Fitopatie della melanzana: quali sono le più dannose per le nostre piante?

melanzana

fiore di melanzana

di Antonino Crapanzano

Ti stai chiedendo da quali fitopatie possono essere state colpite le tue piante di melanzana?

Vorresti anche sapere come curarle e far si che i frutti crescano bene?

Allora questo è l’articolo che fa al caso tuo!

Dopo una breve introduzione sulle caratteristiche più importanti di questa pianta, parleremo infatti delle principali fitopatie della melanzana.

Buona lettura!

Indice

Le principali caratteristiche della melanzana

La melanzanaSolanum melongena (Linnaeus), è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae (Jussieu) della quale fanno parte anche altre piante ortive come il pomodoro, la patata e il peperone.

Originaria probabilmente dell’India, fu importata dagli arabi nel Mediterraneo nel VII secolo. Oggi viene coltivata per la commestibilità del suo frutto, una bacca di forma, dimensione e colore diversi a seconda della varietà.

La melanzana è una pianta erbacea annuale che può raggiungere altezze comprese fra i 30 cm e 1 m. Le foglie sono di forma variabile che può essere da ovale ad acuta. I fiori di questa pianta sono abbastanza vistosi e di color violaceo. I semi hanno un colore giallo paglierino, sono di piccole dimensioni e molto numerosi.

Il periodo ideale per trovare la melanzana nel nostro orto o presso il nostro ortofrutta di fiducia è compreso nei mesi che vanno da giugno ad ottobre; il mese di agosto è il momento più indicato per poter trovare queste bacche in natura.

Le temperature ideali per la coltivazione delle nostre melanzane sono tipiche di un clima subtropicale, dove ha origine, e comunque non tollerano climi eccessivamente freddi; sotto i 12°C la loro crescita si arresta. Il terreno ideale di cui hanno bisogno è fertile e ben drenato, in posizione riparata ma comunque soleggiata.

Le più importanti fitopatie della melanzana

Le fitopatie della melanzana possono avere diversa origine.

In questo articolo parliamo soprattutto delle fitopatie fungine della melanzana e delle infezioni causate dagli insetti patogeni.

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Fitopatie fungine della melanzana

Le principali malattie delle melanzane causate da funghi, che potete trovare anche in questo articolo, sono:

  • Botrite o Muffa grigia, Botrytis cinerea (Pers., 1794);
  • Oidio o Mal bianco, Oidium spp.;
  • PeronosporaPhytophthora capsici (Leonian, 1922).

Botrite o Muffa grigia

La botrite muffa grigia è causata da un patogeno fungino chiamato Botrytis cinerea, appartenente alla famiglia delle Sclerotiniaceae. Questo parassita fungino causa danni ai fiori e ai frutti di molte piante come la vite, il melo, il pero, il pesco e piante orticole come il pomodoro oltre alla melanzana.

Questo fungo si infiltra attraverso le ferite o le lesioni degli steli e dei rami causando il marciume dei frutti e dei fiori. Le parti della pianta colpite mostreranno piccole macchie di colore bruno che si espandono e si trasformano nella polvere di colore grigio tipica di questa malattia, la muffa grigia.

Nella melanzana possiamo notare il rammollimento del picciolo dei fiori che, dopo essere appassiti, si ripiegheranno su loro stessi e si deteriorano. Anche sulle bacche si forma la tipica muffa grigia di colore biancastro che le farà marcire.

Questa malattia si manifesta durante la fase di riposo vegetativo della pianta, quando è in piena fruttificazione, la luce solare è abbastanza scarsa e il clima sarà umido. La stagione invernale risulta essere, quindi, il momento ideale per lo sviluppo della botrite muffa grigia.

fitopatie della melanzana

Oidio o Mal bianco

L’oidio mal bianco è una delle fitopatie fungine della melanzana. E’ causata da varie specie di funghi appartenenti al genere Oidium. Questo genere di funghi durante la primavera e l’autunno, stagione caratterizzate da un clima caldo e umido, colpisce molte specie orticole, ornamentali e alberi da frutto.

Le zone della pianta colpite da questo parassita fungino sono le foglie, i germogli e i frutti in accrescimento della pianta colpita. Su queste parti si avrà la comparsa della massa biancastra polverulenta e farinosa tipica dell’oidio; le stesse diventeranno di colore brunastro e andranno incontro all’essiccamento.

In seguito all’attacco di questo patogeno, i frutti non saranno più commestibili e le parti della pianta colpite subiranno un rallentamento della capacità fotosintetica, andranno incontro alla decolorazione delle foglie e alla necrosi dei tessuti.

L’oidio mal bianco, oltre alla melanzana, colpisce piante anche molto diverse tra loro come l’oleandro, l’agrifoglio, l’alloro, la rosa, il pesco, il melo, la zucchina e la salvia.

Peronospora

La peronospora sulla melanzana è causata dal patogeno fungino Phytophthora capsici. A questo genere di funghi appartiene Plasmopara viticola, patogeno molto pericoloso per la vite.

La malattia si manifesta sulle foglie dove possiamo notare macchie traslucide e somiglianti ad olio nella pagina superiore, mentre nella pagina inferiore vediamo la formazione della tipica muffa giallastra. Quando la malattia si espande, colpisce i germogli e i boccioli fiorali che avvizziscono e cadono.

Le piante, se l’infestazione è grave, presentano segni di sofferenza causate dal deperimento della vegetazione, dalla limitata formazione dei fiori e quindi dalla scarsa allegagione dei frutti.

Il periodo di maggiore infezione delle piante avviene quando si verifica la condizione dei tre 10:

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  • i germogli devono essere di almeno 10 cm;
  • devono cadere circa 10 mm di pioggia in 24-48 ore;
  • la temperatura minima deve essere di almeno 10 °C.

Le piante colpite dai funghi che causano la peronospora sono molte, prima fra tutte la vite, ma anche piante orticole come carciofo, cicoria, lattuga, bietola e tabacco.

Gli ortaggi che possono essere attaccati, oltre alla melanzana, sono: pomodoro, patata, zucche e zucchine, melone, cetriolo, anguria, aglio, cipolla, fragola, porro e scalogno.

Insetti patogeni della melanzana

I principali insetti patogeni che infestano le melanzane sono:

Dorifora della patata

Leptinotarsa decemlineata dorifora della patata è un insetto, appartenente all’ordine dei Coleotteri, che causa fitopatie alle Solanaceae come la melanzana, la patata, il pomodoro e altre specie. Originaria del Nord America, è arrivata in Europa tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, in Francia per poi estendersi in tutto il continente.

Nel nostro Paese fu avvistata per la prima volta durante la Seconda guerra mondiale in Piemonte.

Gli adulti sono lunghi circa 8-12 mm, le elitre sono di colore bianco-giallastro e presentano dieci linee nere in senso longitudinali; il protorace è di colore arancione-rossastro. Le larve hanno un colore arancio-rossastro e ai lati del corpo presentano una doppia fila di tubercoli color nerastro. Hanno una lunghezza di 10-15 mm a maturità.

Tipica delle larve appartenenti ai Crisomelidi, hanno un corpo leggermente incurvato e la regione addominale risulta essere più espansa. Questi insetti depongono le uova, di colore giallastro e con una forma ellittica-cilindrica, in gruppo sulla superficie delle foglie.

dorifora della patata

I danni causati dalla dorifora della patata si manifestano sulle foglie, infatti si tratta di un insetto defogliatore, e ne sono responsabili tutte le forme mobili. In primavera gli adulti, quando escono dal terreno che ha raggiunto una temperatura di 14°C, cominciano la loro attività trofica sulla pianta.

In seguito si accoppiano e depongono le uova sotto le foglie. Le nuove larve neonate, di prima generazione quindi, continueranno l’attività trofica iniziata dagli individui adulti a danno della vegetazione, in quanto sono molto voraci. Questi individui sono molto longevi e saranno presenti sulla vegetazione insieme alle larve.

Le larve mature scenderanno a 10-12 cm di profondità nel terreno e si impuperanno dando origine a una seconda generazione estiva i cui adulti, nelle regioni fredde, possono svernare o dare origine a una seconda generazione larvale. La dorifora della patata compirà fino a tre generazioni l’anno a seconda delle condizioni ambientali.

La difesa contro Leptinotarsa decemlineata può essere chimica biologica.

La difesa chimica deve essere eseguita quando la pianta non è in fioritura, altrimenti bisogna anticipare o posticipare l’intervento. Deve essere eseguita alla comparsa delle prime infestazioni. E’ necessario cambiare periodicamente il principio attivo utilizzato per i trattamenti al fine di evitare fenomeni di desensibilizzazione.

La difesa biologica può essere effettuata mediante l’imenottero Edovum puttleri che attacca le uova deposte dalla dorifora della patata. Il suo utilizzo è ancora in via di sperimentazione per valutarne l’effettiva possibilità di impiego come mezzo di lotta biologica.

Sono le femmine adulte che, con il loro ovopositore, depongono le loro uova dentro le uova della Leptinotarsa decemlineata oppure si nutrono direttamente all’interno dell’uovo.

Aleurodide delle serre o Mosca bianca

Trialeurodes vaporariorum mosca bianca è un insetto appartenente all’ordine dei Rincoti e appartenente alla famiglia Aleyrodidae. E’ originaria delle zone tropicali e subtropicali dell’Asia e si è ben adattato al nostro clima.

Questo insetto preferisce gli ortaggi coltivati in serra, quali Solanaceae, Cucurbitaceae, Crucifere o Brassicaceae.

Il nome dell’insetto è legato al suo aspetto. Gli adulti hanno una lunghezza variabile da 1 a 3 mm e sono di colore giallastro e hanno le ali bianche; sul corpo presentano piccole particelle cerose e polverulenti che le proteggono e, allo stesso tempo, imbrattano la vegetazione delle piante colpite.

Il capo è di forma globosa e gli occhi color porpora. Hanno un apparato boccale pungente-succhiante che gli consente di svolgere la loro attività trofica sulle piante. I giovani individui hanno poca mobilità e stazionano nella pagina inferiore delle foglie dove produrranno abbondante melata.

Anche le uova vengono deposte nella pagina inferiore e hanno una forma allungata. La mosca bianca compie diverse generazioni in un anno che, in condizioni climatiche favorevoli, variano da quattro a un numero indeterminato causando, di conseguenza, gravi danni alle coltivazioni.

Questi ultimi, i danni, sono diversi:

  • sulla vegetazione gli insetti, nei diversi stadi di sviluppo, praticheranno delle punture dovute alla loro attività trofica che causano la riduzione della circolazione della linfa e quindi una crescita stentata;
  • l’attività fotosintetica delle piante viene ridotta e si avrà l’asfissia delle foglie a causa della presenza della melata;
  • la melata causa l’accentuazione dei raggi solari provocando ustioni alla pianta;
  • la presenza di fumaggine provoca ulteriori problemi sia dal punto di vista fotosintetico che estetico;
  • le infestazioni da mosca bianca portano all’insorgenza di gravi malattie quali virosi come la clorosi infettiva del pomodoro (TICV).

La difesa biologica contro questo insetto è abbastanza difficoltosa perché si tratta di individui che presentano un elevato potenziale riproduttivo e sono molto mobili; inoltre, un’alta quantità di insetticidi utilizzati ha ridotto la biodiversità dei nostri ambienti e, quindi, la disponibilità dei predatori naturali.

Il predatore naturale tipico è l’imenottero Encarsia formosa. Le femmine depongono le uova nei giovani individui di Trialeurodes vaporariorum che moriranno e si avranno le larve dell’imenottero predatore. Quest’ultimo non sopravvive alle rigide temperature dei nostri ambienti invernali, nemmeno in serra.

Un altro predatore naturale è l’insetto Macrolophus caliginosus.

Possiamo utilizzare le trappole cromotropiche gialle poiché questi insetti sono attirati dal colore giallo; possiamo utilizzare lo zolfo in polvere e anche un antiparassitario naturale qual è il sapone di marsiglia.

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Fitopatie della melanzana: quali sono le più dannose per le nostre piante? ultima modifica: 2019-11-03T10:04:19+00:00 da Antonino Crapanzano

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