La coltivazione della vite richiede delle conoscenze specifiche che è meglio avere già in mente prima di intraprendere questa coltura, capace di dare tante soddisfazioni all’agricoltore che si cimenta in un nuovo vigneto.
Oltre a conoscere le tecniche di coltivazione della vite, infatti, è anche bene aver presente il ciclo biologico della vite, così da poter identificare con certezza ogni cambiamento durante la vita della pianta.
In questo articolo approfondiremo questo aspetto, soffermandoci in particolar modo sull’importantissima fase di allegagione della vite, ossia il passaggio da fiore a frutto.
Indice
Come coltivare la vite
La coltivazione della vite è una tra le colture redditizie più difficili da realizzare se non si è esperti, poiché l’albero della vite richiede davvero molta attenzione e molto impegno.
Sebbene sia impossibile fare un riassunto breve sulle tecniche di coltivazione della vite, possiamo qui dare qualche consiglio sulle necessità climatiche e ambientali di cui la vite ha bisogno.
- Terreno. La vite necessita di un terreno ben drenato, per evitare i ristagni idrici che comprometterebbero la corretta crescita della pianta.
- Clima. Il clima asciutto e l’esposizione in pieno sole favoriscono la fioritura e la crescita dei frutti, i grappoli d’uva. Più è alta l’esposizione solare, più i grappoli risultano zuccherini.
- Irrigazione. La pianta della vite ha un’alta resistenza alla siccità, e in generale è meglio evitare annaffiature frequenti per permettere alle radici di irrobustirsi cercando acqua nel terreno.
- Concime. La concimazione della vite è molto importante, poiché da essa dipende lo sviluppo della pianta. Vale la pena approfondire l’argomento nel nostro articolo sulla concimazione della vite.
Per le altre operazioni che riguardano il corretto sviluppo della vite, rimandiamo alla lettura dei nostri articoli sulla potatura della vite e sulla realizzazione di un vigneto.
Ciclo di vita della vite
Andiamo quindi ad approfondire il ciclo biologico della vite, con particolare attenzione al momento più interessante per noi, quello dell’allegagione.
Il ciclo biologico della vite è composto principalmente da cinque fasi: germogliamento, fioritura, allegagione, invaiatura e maturazione.
Le epoche fenologiche, ossia i periodi in cui ciascuna di queste fasi si verifica, cambiano a seconda della varietà della vite. Tutte le varietà, comunque, seguono lo stesso iter di crescita.
La pianta viene coltivata tra ottobre e novembre, dando modo alle radici di svilupparsi nel terreno e di crescere traendo acqua dalla pioggia naturale.
Germogliamento
Il germogliamento, che corrisponde allo schiudersi delle gemme, avviene tra la fine dell’inverno e la primavera, nel mese di marzo.
La vite può produrre tre tipi di germogli diversi:
- gemme estive, dette anche gemme pronte, che danno origine ai rami improduttivi, che non daranno quindi frutti;
- gemme dormienti, o gemme ibernenti, che si trasformeranno in fiori e frutti l’anno successivo a quello della loro comparsa;
- gemme latenti, che rimangono inattive e si aprono solo in caso di necessità, ad esempio dopo una gelata, per mantenere in vita la pianta anche se sono improduttive. Queste ramificazioni vengono chiamate polloni.
Fioritura
Le gemme dormienti danno quindi origine ai fiori. La fioritura può avvenire da aprile a giugno, a seconda della posizione della vite e del clima esterno.
I fiori della vite sono ermafroditi e l’impollinazione avviene grazie alla spinta del vento che sposta il polline da una pianta all’altra.
Allegagione
Ecco il periodo che più interessa i viticoltori e i produttori di vini, quello dell’allegagione.
Nel mese di luglio i fiori si trasformano in frutti, con la formazione degli acini d’uva che si riuniscono in grappoli compatti.
Se notate che non tutti i fiori schiudono in acini, non disperate: solo il 20% circa dei fiori si trasforma in acini, il resto sarà destinato a cadere dalla pianta, in un processo detto colatura, o si trasformerà in viticci (filatura).
La pianta riesce così ad autopreservarsi, evitando di disperdere tutte le sostanze nutritive accumulate nella produzione di troppi frutti.
Inoltre, se tali sostanze scarseggiano, la pianta può anche tutelare la sua salute arrestando la crescita degli acini, in un fenomeno comunemente chiamato acinellatura.
Invaiatura
Subito dopo la formazione degli acini si assiste alla loro crescita e alla definizione del loro colore, che può variare da verde chiaro a viola, di varie gradazioni.
Questa è la fase dell’invaiatura, la cui durata è di circa 50-60 giorni.
Tanto occorre affinché gli acini acquistino la carica zuccherina e la grandezza necessaria per essere raccolti.
Nel periodo dell’invaiatura la pianta produrrà inoltre una sostanza di protezione degli acini, la pruina, che garantirà la salute degli acini dall’attacco di agenti atmosferici esterni.
Maturazione
La raccolta dell’uva per uso alimentare e per la produzione di vino avviene non prima di tre anni dalla messa a dimora della pianta, e a volte il periodo viene prolungato per altri due anni, così da assicurarsi acini davvero zuccherini.
Una pianta di uva può continuare ad essere produttiva per 30 anni, se ben curata.
Prolungare oltre la sua produzione potrebbe compromettere sia la sua salute che la qualità degli acini, quindi non è sempre conveniente.
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