Malattia del mais: conosciamole e vediamo come difendere questa coltura

piantagione di mais

coltura malattia del mais

di Antonino Crapanzano

Il mais è sensibile a diverse malattie che possono alterarne la produzione e ridurne sia la qualità che la quantità. I principali patogeni del mais sono i funghi microsporici che parassitizzano la pianta per trarne nutrimento e, di conseguenza, per riprodursi; questi possono essere attivi durante il periodo di conservazione e post-raccolta.

Oltre ai funghi microsporici, anche i batteri e i virus possono attaccare questa coltura. Qualsiasi malattia del mais è dovuta anche alle condizioni atmosferiche, difficili da prevedere; qualche malattia del mais poi, causa perdite economiche più o meno gravi e a livello mondiale si stima che siano pari al 9% della produzione.

In questo articolo vedremo quale malattia del mais causa gravi danni alla pianta, quali sintomi provoca e i metodi di difesa più efficaci che possono essere messi in atto.

Indice

Marciume del seme e delle plantule (Pythium spp. e Helmintosporium spp.)

Questa malattia del mais è causata da funghi patogeni appartenenti al genere Pyhtium Helmintosporium che attaccano le cariossidi seminate, durante la germinazione.

I funghi, che possono essere già presenti nel seme o nel terreno, possono causare il marciume del seme stesso o delle giovani piantine in accrescimento, infatti l’infezione spesso comincia dalle parti della pianta a contatto con il suolo causando imbrunimenti e la successiva marcescenza.

In particolare, il fungo Helmintosporium maydis è il principale responsabile di questa malattia del mais e le condizioni favorevoli per il suo sviluppo sono la presenza di terreni freddi, umidi, molto compatti e scarsamente drenati.

La gravità di questa malattia dipende dalla qualità del seme impiegato, dalla sua resistenza genetica alle infezioni, dalla presenza di danni meccanici ma anche dall’umidità, dalla temperatura e dal pH del suolo. Infine, bisogna precisare che le varietà di mais dentato sono più resistenti rispetto alle varietà di mais dolce.

Elmintosporiosi (Helmintosporium turcicum, Helmintosporium maydis)

L’elmintosporiosi è una malattia fogliare che causa disseccamenti e conseguente indebolimento della pianta, presente, in generale, in tutte le zone di coltivazione del mais ma soprattutto in quelle con un clima temperato-caldo.

Il fungo responsabile della malattia si conserva nei residui della coltura ammalata o nel seme sotto forma di spore e può svilupparsi anche su altre graminacee come il sorgo; il suo sviluppo si ha ad una temperatura ottimale di 28°C, è favorito da un’elevata umidità e causa i maggiori danni quando il periodo primaverile-estivo è molto piovoso.

L’infezione che causano questi funghi, Helmintosporium turcicum e Helmintosporium maydis, interessa le spighe ma soprattutto le foglie sulle quali si avranno macchie di colore bruno chiaro con alone più scuro, allungate fino a 10 cm nel senso delle nervature e larghe fino a 1 cm.

In caso di gravi attacchi si avrà il disseccamento delle foglie con conseguente indebolimento della pianta e scarsa produttività.

Peronospora o cima pazza (Sclerospora macrospora)

La peronospora è una malattia del mais causata da un fungo molto diffuso negli Stati Uniti, nelle aree con un clima temperato o temperato-caldo, è segnalato in Europa ed è raramente presente nelle zone tropicali. La temperatura ottimale per lo sviluppo di questo fungo è compresa tra 10 e 25°C.

Il fungo Sclerospora macrospora si conserva come spore nel terreno e nei tessuti di piante ammalate come il mais ma anche altre graminacee spontanee e coltivate quali frumento, riso, orzo e avena. L’infezione si sviluppa in caso di prolungata permanenza di ristagno idrico, quando le colture rimangono sommerse, dopo la semina, per 24-48 ore.

All’interno dell’ospite, il fungo invade i tessuti e può svilupparsi in tutti gli organi della pianta causando sintomi che varieranno in base al grado di attacco da parte dell’ospite e del momento in cui si sviluppa l’infezione. La comparsa dei primi sintomi è rappresentata da accestimento, arricciamento e arrotolamento delle foglie superiori.

Il più caratteristico sintomo che si presenta sarà a carico dell’infiorescenza maschile che prenderà il nome di cima pazza in quanto si trasformerà in una massa di strutture fogliari. Questo fenomeno si può verificare anche nell’infiorescenza femminile, le foglie saranno strette e nastriformi e la piante presenteranno sintomi di nanismo.

Malattia del mais: marciume dello stocco (Fusarium graminearum)

Il marciume dello stocco è una malattia del mais causata dal fungo Fusarium graminearum, chiamato anche Gibberella zeae; oltre a questo fungo, anche Fusarium verticillioides può causare il marciume dello stocco del mais.

Il fungo si conserva nei residui infetti degli esemplari dell’anno precedente, infestando la pianta di mais mediante ferite o danni meccanici; le piante soggette a gelate primaverili e siccità prolungata sono molto più sensibili rispetto a quelle che si trovano in condizioni di salute ottimale.

Lo sviluppo di Fusarium graminearum è favorito da temperature ottimali comprese tra 10 e 35°C, da piogge ed elevati livelli di umidità dell’aria.

Il rammollimento del culmo, o fusto, nella parte basale e la disgregazione della sua parte interna, che assumerà una colorazione bianca o rossastra, sono sintomi tipici del marciume; in presenza di umidità, le parti ammalate saranno ricoperte di una muffa di colore bianco rosata.

Il marciume dello stocco del mais causa l’indebolimento della pianta che, nei casi più gravi,andrà incontro alla morte potendosi spezzare in caso di forte vento e piogge; gli attacchi precoci causano difficoltà nel trasferimento delle sostanze nutritive alla parte apicale della pianta, le cariossidi saranno striminzite e le spighe di dimensioni ridotte.

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Malattia del mais: carbone (Ustilago maydis)

Ustilago maydis, fungo che causa il carbone del mais è diffuso in tutte le zone di coltivazione del cereale e durante il periodo invernale si conserva nel terreno sotto forma di spore, vitali per circa 5-7 anni. Durante il periodo primaverile, le spore raggiungono la pianta e penetrano nei tessuti attraverso gli stomi o le ferite presenti.

La temperatura ottimale per lo sviluppo della malattia è compresa tra 26 e 34°C. Tra i sintomi si osserveranno clorosi, arrossamenti e necrosi, ma il sintomo principale è la formazione di galle, cioè una maggiore e irregolare crescita degli organi colpiti, sulle varie parti della pianta e soprattutto sulla spiga.

Inizialmente le galle sono bianche, ma dopo circa 20 giorni assumeranno l’aspetto di una massa nera e polverulenta, costituita dai tessuti che avranno perso del tutto la loro consistenza; le dimensioni delle galle variano da piccole cariossidi fino a diversi centimetri di diametro.

La perdita di produzione a causa di questa malattia è molto contenuta in quanto gli ibridi coltivati ne sono resistenti e le piante infette non superano il 2%.

Una curiosità riguardante questa malattia del mais è che le galle causate da Ustilago maydis, presenti sulla spiga, vengono utilizzate per l’alimentazione umana in America Latina, soprattutto in Messico dove vengono chiamate tartufo del mais o huitlacoche, e di recente in Nord America.

Fusariosi della spiga (Fusarium verticillioides)

Fusarium verticillioides, chiamato anche Gibberella fujikuroi, è l’agente causale della fusariosi della spiga del mais. Questo fungo si conserva nei residui infetti della coltura dell’anno precedente o nel terreno e le spore, trasportate dalla pioggia o dal vento, infettano le spighe attraverso le sete o le ferite causate dalla grandine o dagli insetti.

Fusarium verticillioides si sviluppa con temperature comprese tra 10 e 35°C, con una temperatura ottimale di 30°C. All’apice della spiga si osserverà una muffa bianca che potrà essere presente su piccoli gruppi di cariossidi che, a maturazione, potranno non presentare alcun sintomo o essere ammuffite e striminzite.

In post-raccolta, se l’umidità della granella è superiore al 14%, il fungo rimane attivo e continuerà a produrre le fumonisine. Le fumonisine sono micotossine dannose sia per gli animali, soprattutto equini e suini, ma si ritiene che possano causare patologie all’esofago dell’uomo.

Per evitare che il fungo rimanga attivo dopo la raccolta e che, quindi, continui a produrre fumonisine sarà necessario effettuare un’adeguata e tempestiva essiccazione per inattivare la sua attività.

Malattia del mais: marciume (Aspergillus flavus)

Aspergillus flavus, fungo responsabile di questa malattia del mais, è saprofita e si nutre dei tessuti morti, colonizzando le cariossidi danneggiate. Questo fungo si conserva nel terreno o nei residui di colture infette e, in condizioni idonee, produrrà le spore che raggiungeranno le piante all’altezza della spiga.

La temperatura ottimale per lo sviluppo di Aspergillus flavus è compresa tra 28 e 30°C; le cariossidi saranno maggiormente attaccate quando la loro umidità sarà sotto il 28%. Il fungo responsabile di questa malattia del mais colonizza anche piante come arachide e pistacchio.

Il sintomo principale causato da questo agente del marciume è la comparsa di muffa verde che sarà maggiormente visibile alla raccolta, quando le cariossidi vengono spezzate. Il fungo, in post-raccolta, rimane attivo se l’umidità della granella è superiore al 14% e con temperature tra 20 e 30°C continuerà a produrre aflatossine.

Le aflatossine sono micotossine ad effetto cancerogeno, causano l’abbattimento delle difese immunitarie e per questo motivo bisogna stare molto attenti infatti, mediante l’alimentazione animale, possono passare facilmente dal mais al latte e ai formaggi destinati all’alimentazione umana.

Avvizzimento batterico (Pantoea stewartii)

Pantoea stewartii è il batterio responsabile dell’avvizzimento batterico del mais che si conserva nel seme. Le piante colpite da questo batterio avvizziscono e saranno simili a quelle danneggiate da insetti, siccità o carenze nutrizionali; produrranno in anticipo i fiori maschili che saranno decolorati e muoiono rapidamente.

La parte basale delle piante gravemente colpite presenterà imbrunimenti interni accompagnati da marciume; le foglie presenteranno striature longitudinali, di colore da verde chiaro a giallo, che potranno estendersi per l’intera lunghezza della foglia; i margini saranno irregolari.

Le varietà di mais dolce sono più sensibili a questa malattia rispetto agli ibridi di mais dentato. Attualmente in Italia i sintomi si osservano sporadicamente nelle coltivazioni di mais dolce.

Mosaico del mais (Maize Dwarf Mosaic Virus)

Il virus responsabile di questa malattia del mais si conserva nelle infestanti spontanee, come la sorghetta, e raggiunge le piante di mais mediante gli afidi.

I sintomi principali causati da questo virus sono la presenza di striature gialle tra le nervature delle giovani foglie e la presenza di internodi raccorciati. Si potranno verificare la riduzione delle dimensioni delle spighe e delle cariossidi.

Nanismo giallo dell’orzo (Barley yellow dwarf virus)

Questo virus, responsabile del nanismo giallo dell’orzo, viene trasmesso al mais da afidi come Rhopalosiphum padi e Rhopalosiphum maidis.

I principali sintomi che causa questo virus sono l’ingiallimento o l’arrossamento dell’intero margine fogliare, sia nelle foglie basali che più alte; gli arrossamenti si osservano nelle piante più giovani e somigliano alla carenza di fosforo. Il colore che assumeranno le foglie dipende dall’ibrido coltivato.

Se il virus infetta le piante durante le prime fasi di sviluppo, queste si presenteranno di dimensioni ridotte, le spighe saranno più piccole e non vi sarà fecondazione nella parte apicale della spiga.

mais

Malattia del mais: metodi di difesa

La difesa delle colture dalle malattie del mais può essere effettuata mediante azioni sulla pianta ospite, sul patogeno o sull’ambiente. Innanzitutto si mettono in atto azioni preventive e, nel caso in cui il patogeno abbia infestato la pianta, si curerà la pianta stessa dalla malattia del mais.

Per limitare lo sviluppo dei patogeni si possono scegliere varietà con maggiore resistenza, tecniche colturali finalizzate a rendere l’ambiente di coltivazione meno favorevole allo sviluppo del patogeno o utilizzo agrofarmaci specifici contro determinati patogeni.

Ad esempio, per quanto riguarda i funghi sarà necessario l’utilizzo di fungicidi che impediscono lo sviluppo del patogeno o ne ostacolino l’attività; per i batteri e i virus, invece, gli unici prodotti utilizzabili sono quelli biologici ad azione diretta.

La difesa del mais, in pratica, passa dalla scelta del seme che deve essere sano, la scelta degli ibridi deve essere adeguata alla zona di coltivazione in quanto ciò garantisce la crescita di piante robuste e maggiormente resistenti alle avversità.

Un’adeguata tecnica colturale prevede l’interramento dei residui colturali infetti, l’avvicendamento delle colture e un corretto apporto idrico e nutrizionale che permette lo sviluppo equilibrato delle colture e il controllo delle infestanti.

Infine, sarà molto utile la concia del seme, ovvero la sua copertura con adeguati fungicidi, che consentirà di devitalizzare i patogeni presenti sul seme o al suo interno e di ridurre i danni che potrebbero arrecare alle giovani piante, nel caso in cui i patogeni siano presenti nel terreno.

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Malattia del mais: conosciamole e vediamo come difendere questa coltura ultima modifica: 2019-08-22T13:58:11+00:00 da Antonino Crapanzano

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