La calandra e la vite

calandra della vite, copertina

La calandra è il nome con cui è comunemente conosciuto l’oziorrinco della vite, meglio noto alle cronache scientifiche come Otiorhyncus sulcatus (Fabricius,1775).

oziorrinco o calandra della vite

È un coleottero appartenete alle famiglia dei Curculinoidi, comprende oltre ottantamila specie ed è la più estesa del regno animale. Comprende anche diverse specie dannose per l’uomo oltre che per le sue colture, ma niente paure ci occuperemo solo ed esclusivamente della nostra calandra.

La particolarità di questo insetto, minuto nelle dimensioni, è quello di possedere un rostro, con il quale colpisce vari organi vegetali della pianta.

Tra le piante ospiti oltre alla vite si annoverano anche: fragola, rododendro, ginepro, alloro, azalea, agrifoglio e mi fermo qui, l’elenco è molto nutrito.

La calandra, rappresenta, sullo scenario entomologico, data la quantità di piante ornamentali e da reddito che riesce a colpire, uno tra i parassiti più temibili.

Procedendo con ordine, impareremo a riconoscere la calandra dal punto di vista dell’inquadramento entomologico, la tipologia di attacco ed infine ci soffermeremo ad analizzare il metodo con cui contrastare il suo attacco.

La difesa biologica è una buona arma, difficile da utilizzare, per via delle sue caratteristiche intrinseche, proviamo almeno ad acquisirne le basi.

Indice

Calandra: classificazione e caratteristiche entomologica

Appartenete all’Ordine dei Coleoptera, l’oziorrinco in questione è cosi classificate:

Classe: Insecta

Famiglia: Curculinoide

Specie: Otiorhyncus sulcatus (Fabricius,1775).

Le larve di calandra arrivano a misurare all’incirca 8-10 mm, particolarità di quest’ultima è la tipica fora a C.

larva di calandra della vite

La colorazione è solitamente biancastra per quanto riguarda il corpo, dalla consistenza carnosa e privi di zampe, rosso pallido è invece il colore della testa.

Simile nelle dimensioni, è l’adulto di calandra con lunghezza 8-10 mm, col il tipico capo allungato a forma di rostro, caratteristica della famiglia di appartenenza.

Di solito si presenta con una colorazione nerastra su tutto il corpo, ricoperto quasi per intero da una fine peluria giallognola.

Possiede delle elitre (ovvero ali anteriori sclerificate, tipiche dei coleotteri) rugose e percosse da striature, forti scanalature e ricoperte anch’esse da fitta pubescenza giallastra.

L’oziorrinco adulto, come pure la sua larva, sono entrambi insetti fitofagi, termine del mondo entomologico e scientifico per indicare un parassita, che si nutre del contenuto di singole cellule, di porzioni di tessuto o di asportazione di liquidi interni.

Principalmente si nutrono di foglie e germogli, le femmine della specie depongono le uova all’interno delle radici della pianta ospite, nel caso specifico, la vite.

Oziorrinco: ciclo biologico e partenogenesi

Otiorhyncus sulcatus è una specie monovoltina.

Per monovoltina s’intende la capacità che l’insetto ha riprodursi durante l’anno: la calandra della vite compie una ed una sola generazione l’anno.

La riproduzione dell’oziorrinco avviene solo per partenogenesi, vediamo cos’è.

Rappresenta la capacità che hanno alcuni animali ma anche piante, in questo caso insetti di riprodursi senza che che ci sia bisogno della fecondazione, le meraviglie della natura!

Durante il suo ciclo vitale, la femmina di calandra arriva a deporre oltre 1000 uova, localizzate, separate e disposte in gruppi, introno alle radici della pianta ospite o nel terreno a pochi cm di profondità.

La larva fuoriuscire dalle uova dopo alcuni giorni dalla loro deposizione, resta in questa fase per molti mesi. Sverna nel terreno e raggiunge la maturità nella primavera successiva.

Si nutro principalmente di apparato radicale, causando un lento deperimento dell’ospite, compromettendone la loro funzionalità di assorbimento di sostanze nutritive per la pianta.

In un lasso di tempo stimato intorno ai 20 giorni, le larve si impupano e poi sfarfallano, dando origine all’adulto della specie.

Lo sfarfallamento, che porta alla comparsa degli esemplari adulti, avviene a partire dal mese di maggio

È comportamento degli adulti di calandra, che durante le ore diurne si riposano negli anfratti, in luoghi freschi, sotto le foglie.

Durante la notte invece mettono in moto la loro attività, trofica, che consiste nel demarginalizzare le foglie, iniziano, non a caso, dal margine e arrivano sin fino alla lamina.

Il danno provocato dalle forme adulte di calandra risulta di gran lunga di maggiore impatto rispetto a quello provocato dalla larva.

Considerando che, la vitalità, o meglio la longevità dell’adulto di oziorrinco va oltre i 100 giorni di vita, la stima del danno è incalcolabile.

Tecniche agronomiche per limitare i danni da calandra

Occorre innanzitutto fare una specifica, per la difesa dall’oziorrinco è opportuno capire l’epoca di intervento e su quale forma o stadio dell’insetto si vuole agire: larva o adulto?

Per gli stadi adulti la soluzione che apporta un certo beneficio è rappresentata dalla pratica di rimozione manuale od anche la corretta gestione agronomica del vigneto.

Come detto poc’anzi, l’adulto predilige per espletare la sua attività, nonché per sferrare il suo attacco, le ore notturne.

Nelle ore serali è possibile praticare la battitura delle foglie, procedendo con la pratica di rimozione manuale.

È si un insetto molto resistente la calandra (ha scorza dura), dalla nostra parte c’è però il fatto che è dotato allo stesso tempo di scarsa mobilità, di conseguenza facile da catturare.

Se l’oziorrinco è stato causa di danno anche nella precedente annata viticola, altro accorgimento è l’eliminazione della vegetazione residua di potatura.

È all’interno della stessa che sicuramente le femmine di calandra avranno deposto le loro uova, i cui adulti saranno pronti per sferrare la loro offensiva sulla stagione in corso.

Vangature profonde sono altra pratica da mettere a punto. La spaccatura del terreno espone al freddo invernale le larve di oziorrinco, che alle basse temperature non riescono a sopravvivere.

Al contrario, quando invece il terreno è lasciato protetto e compatto,  si favorisce il ciclo biologico della calandra, aumentando la probabilità di attacco.

Calandra e nematodi: piccola ma grande curiosità  

Il rimedio biologico esiste e come: è un nematode entomopatogeno.

nematodi, parassiti della calandra

Nel caso in questione, il nematode agisce a supporto del viticoltore e non il contrario come solitamente accade,è una specie utile. Questa volta l’insetto vermiforme di forma cilindrica è un parassita della calandra.

Le epoche in cui agire sono due: la primavera, colpendo le larve svernanti e l’estate dove l’obiettivo è la larva giovane.

Le applicazioni di nematode, vanno praticate nelle ore più fresche, il caldo e l’esposizione solare ne limita drasticamente l’attività.

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La calandra e la vite ultima modifica: 2019-07-20T06:03:33+00:00 da Francesco Mauriello

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