Il vostro capelvenere si secca? Vediamo insieme quali sono le cause

capelvenere - felce

foglie capelvenere

di Antonino Crapanzano

Il capelvenere, Adiantum capillus-veneris (Linnaeus, 1753), è una felce della famiglia delle Polypodiaceae cui appartengono circa 170 generi e 7000 specie. Il nome latino gli deriva dal suo fogliame delicato che ricorda i capelli di una dea e in passato ci furono anche alcuni miti legati a questa pianta.

Originario delle zone temperate e tropicali, è diffuso in gran parte delle zone caratterizzate da un clima caldo-temperato come Europa, Asia, Africa, America settentrionale e centrale.

In questo articolo parleremo insieme del capelvenere, delle sue caratteristiche più importanti e accenneremo quali sono le sue esigenze di coltivazione. Ci soffermeremo soprattutto ad esaminare quali sono le cause che portano il capelvenere a diventare secca.

In Italia questa felce viene utilizzata soprattutto come pianta da appartamento, mentre la sua coltivazione come pianta da giardino è molto rara.

Indice

Caratteristiche principali del capelvenere

Il capelvenere si adatta bene sia alla coltivazione all’esterno sia in vaso, negli ambienti interni, per conferire un aspetto elegante agli angoli ombreggiati e umidi dei nostri balconi o giardini.

Questa specie pur essendo resistente non è molto rustica e, infatti, nel territorio italiano può soffrire soprattutto il gelo delle aree montane. Le varietà di capelvenere più resistenti si adattano bene a qualsiasi ambiente e possiamo coltivarle, seppur con le dovute cure e attenzioni, anche in ambienti più freddi.

Il capelvenere è una felce di medie dimensioni, di altezza compresa fra 30 e 40 cm. Questa pianta si espande grazie alle sue radici rizomatose dalle quali si sviluppano le fronde bipennate, triangolari e arcuate, possono raggiungere una lunghezza di 70 cm e sono divise in coppie di foglioline opposte, di colore verde chiaro.

Le foglioline appena comparse saranno arrotolate su loro stesse per poi aprirsi ed espandersi in maniera piuttosto veloce. In base al clima al quale saranno esposte queste saranno persistenti o semipersistenti. Il picciolo del capelvenere si presenta di colore scuro.

Le piccole piante raggiungono un’altezza compresa tra 25 e 35 cm e tendono a diventare ricadenti man mano che crescono.

La moltiplicazione del capelvenere, sebbene sconosciuta per molto tempo, avviene mediante le spore ma può essere eseguita anche mediante la divisione dei suoi cespi in primavera, ogni tre anni circa.

Se volete maggiori informazioni su come si riproduce il capelvenere date un’occhiata a questo articolo.

Una caratteristica molto importante del capelvenere riguarda la sua fioritura, infatti questa felce non produce i fiori ma saranno presenti soltanto le foglie.

Come coltivare il capelvenere?

Il capelvenere è una pianta che cresce in condizioni di scarsa illuminazione, per questo motivo non predilige il sole diretto e la luce intensa.

capelvenere secca

A tal proposito possiamo affermare che questa felce si sviluppa maggiormente nel sottobosco, una zona ombreggiata dagli alti fusti e ricca di umidità dove è frequente la presenza di corsi d’acqua, torrenti, piccoli fiumi e grotte.

Non molto esigente, come abbiamo già accennato, le temperature idonee per la coltivazione del capelvenere si aggirano intorno ai 18 °C. Bisogna fare molta attenzione alle correnti d’aria fredda che potrebbero far soffrire la pianta.

Per quanto riguarda l’irrigazione dobbiamo sottolineare che la presenza di umidità è fondamentale per la crescita del capelvenere che se si secca potrebbe non sopravvivere.

Le fronde del capelvenere sono piuttosto sottili ed esili, per questo motivo non sono in grado di assorbire notevoli quantità d’acqua ma sono facilmente soggette alla disidratazione se lasciate in un ambiente piuttosto secco.

Possiamo ovviare a questo problema eseguendo due volte al giorno, durante i periodi più caldi, la nebulizzazione che servirà a ridurre il pericolo che il capelvenere secca e contribuisce a mantenere un ambiente più umido anche posizionando un sottovaso contenente ghiaia dove potrete aggiungere dell’acqua.

Fate sempre attenzione a non fare entrare in contatto le radici della felce con l’acqua per evitare che queste ultime marciscano.

Il terreno più adatto per mettere a dimora il capelvenere è costituito da torba sabbia grossolana, capaci di mantenersi freschi e garantire comunque un buon drenaggio. Se pensiamo di coltivare le nostre felci in giardino possiamo mescolare il terreno con ghiaia più o meno grossolana e del compost maturo.

La concimazione va effettuata mediante l’utilizzo di concime liquido contenente sia i macroelementi necessari quali azoto, fosforo e potassio ma anche i microelementi che sono molto importanti per lo sviluppo delle nostre piante come ferro, manganese, zinco, molibdeno, rame, boro, magnesio.

Durante il periodo primaverile-estivo dobbiamo eseguire la concimazione ogni 15 giorni circa. Durante la stagione autunnale-invernale, invece, non è necessario concimare il capelvenere.

Perché il capelvenere secca?

Tra le varie cause che possono danneggiare il capelvenere dobbiamo ricordare che questa pianta può diventare secca e, in particolare, sono le foglie ad essere colpite da questo sintomo.

Se notiamo questo sintomo sulle foglie del nostro capelvenere ciò è dovuto alla poca presenza di umidità e quindi ad una irrigazione insufficiente a soddisfarne il fabbisogno idrico.

Per ovviare a questo problema possiamo immergere il vaso che utilizzeremo in un contenitore di acqua per far bagnare la terra. Successivamente non dimentichiamo di far drenare tutta l’acqua in eccesso in modo che non si abbia ristagno idrico e mettiamo il vaso nuovamente al suo posto.

Un accorgimento che è possibile mettere in atto per evitare che le foglie del nostro capelvenere si seccano prevede sia una migliore regolazione delle irrigazioni che delle condizioni di umidità della pianta, soprattutto durante le stagioni più calde dell’anno.

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Il vostro capelvenere si secca? Vediamo insieme quali sono le cause ultima modifica: 2020-04-23T12:34:50+00:00 da Antonino Crapanzano

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