La partita IVA agricola e i suoi costi. Vediamo insieme quali sono?

partita IVA agricola costi

gregge di pecore

di Antonino Crapanzano

La partita IVA agricola è un documento e al momento stesso un requisito necessario per poter avviare una nuova attività agricola e quindi operare in agricoltura.

In altri articoli abbiamo già parlato della necessità di possedere la partita IVA agricola e in tali occasioni abbiamo anche discusso circa le modalità di apertura, le agevolazioni e i costi della partita IVA agricola.

In questo articolo, invece, oltre ad accennare per quale motivo è necessario diventare titolare di una partita IVA agricola, come è possibile farlo, a quali agevolazioni possiamo avere accesso e principalmente quali costi dobbiamo sostenere e le tasse da pagare.

Se stavate cercando maggiori informazioni riguardanti i costi da sostenere per avere una partita IVA e poter operare in agricoltura, questo è l’articolo che fa per voi.

Buona lettura!

Indice

La partita IVA agricola e i costi

La partita IVA agricola devono aprirla tutti i lavoratori del settore agricolo che intendono avviare una nuova impresa agricola, gli imprenditori agricoli per intenderci, e coloro che vogliono lavorare in proprio come liberi professionisti.

L’imprenditore agricolo, secondo la legislazione italiana, è colui che esercita le attività legate alla coltivazione del terreno, all’allevamento del bestiame e alla selvicoltura.

L’impresa agricola può essere di due tipi:

  • individuale quando l’imprenditore è uno soltanto;
  • societaria quando, invece, è composta da più soci.

Per poter costituire un’impresa agricola, l’imprenditore singolo o almeno uno dei soci dovrà essere in possesso della qualifica IAPimprenditore agricolo professionale.

Se volete maggiori informazioni su come poter diventare imprenditori agricoli professionali – IAP potete dare un’occhiata a questo articolo.

Potete aprire la partita IVA agricola presentando i seguenti documenti:

  • documento d’identità;
  • codice fiscale;
  • titolo di possesso del terreno se svolgiamo il nostro lavoro in un terreno di nostra proprietà e sua visura;

in tre modalità differenti:

  • all’Agenzia delle Entrate. Nel momento in cui abbiamo la ricevuta di apertura della partita IVA agricola, senza alcuni costi, possiamo aprire la nostra posizione presso l’ufficio INPS del territorio di competenza;
  • presso la sede Coldiretti della nostra città. L’associazione si occuperà della gestione delle pratiche relative alla partita IVA agricola e alla posizione INPS versando un importo di € 26,40;
  •  tramite il servizio online ComUnica, messo a disposizione dalla Camera di Commercio grazie al quale è possibile aprire contemporaneamente sia la partita IVA agricola sia la posizione INPS.

partita IVA agricola

Come possiamo capire, i costi di apertura della partita IVA agricola e la regolarizzazione della propria posizione all’INPS sono del tutto assenti o comunque minimi.

Quali sono i principali costi?

I principali costi per un imprenditore agricolo riguardano le spese per le materie prime, gli animali, l’affitto dei terreni e dei locali, se dovuti. I costi fiscali sono minimi o azzerati e infatti:

  • non è necessaria alcuna contabilità;
  • non bisogna fare alcuna dichiarazione;
  • non è necessario pagare l’IVA;
  • non abbiamo l’obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese; l’iscrizione sarà necessaria, invece, se vendiamo i nostri prodotti al dettaglio e ha un costo di circa € 60 all’anno.

Gli imprenditori agricoli possono usufruire di una serie di agevolazioni e vantaggi fiscali come il regime fiscale di esonero, un regime fiscale vantaggioso per gli imprenditori agricoli che rispettano i seguenti requisiti:

Grazie a questo regime di esonero, gli imprenditori agricoli non hanno obblighi contabili e possono conseguire i seguenti benefici:

  • non emettono fatture;
  • non presentano dichiarazione dei redditi;
  • devono conservare necessariamente le fatture di acquisto del materiale necessario, le fatture doganali e le autofatture.

Nel caso in cui i requisiti necessari per aderire a questo regime vengono meno e, quindi, il fatturato annuo è maggiore a € 7000 annui o quest’ultimo deriva almeno per 1/3 dalla vendita di prodotti agricoli o ittici, l’imprenditore agricolo non può aderire più al regime di esonero.

Il regime fiscale più adeguato per gli imprenditori in possesso di partita IVA agricola, in questo caso, sarà il regime semplificato o il regime ordinario che prevedono costi fiscali e di gestione maggiori rispetto al primo.

Altri costi della partita IVA agricola

Ulteriori costi dei quali dobbiamo parlare sono l’IRPEF imposta sul reddito delle persone fisiche e quelli relativi ai contributi pensionistici da versare all’INPS.

albero di olivo

L’IRPEF per gli imprenditori agricoli, in regime di esonero o meno, viene calcolato soltanto in base alla rendita catastale del terreno.

Se per il resto degli imprenditori questa tassa si calcola in base al fatturato annuo, gli imprenditori in possesso della partita IVA agricola non dovranno sostenere questi costi qualunque sia il regime di appartenenza.

Se, invece, il terreno agricolo non è di nostra proprietà e operiamo le nostre attività in terreni in affitto o in comodato d’uso non saremo tenuti a pagare l’IRPEF e neanche a presentare la dichiarazione dei redditi.

I contributi che dobbiamo versare all’INPS, necessari per maturare la pensione, si aggirano intorno a € 1500 annui, la metà rispetto a quelli pagati dal resto degli imprenditori.

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La partita IVA agricola e i suoi costi. Vediamo insieme quali sono? ultima modifica: 2020-02-29T10:59:10+00:00 da Antonino Crapanzano

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