Ginseng indiano e le sue qualità: ecco come coltivarlo

Il termine ginseng indiano altro non è che uno dei tanti soprannomi di una particolare pianta, la Withania somnifera, molto diffusa in India.

Conosciuta anche come ciliegia d’inverno, uva spina velenosa, winter cherry, poison gooseberry, Ajagandha, Kanaje Hindi, Amukkuram in Malayalam e Samm Al Ferakh, questa interessante varietà appartiene alla famiglia delle Solanaceae, di cui fanno parte altre famosissime piante come il pomodoro, la melanzana, la patata e il tabacco.

Questa pianta è particolarmente utilizzata nella medicina ayurvedica, (pratica diffusissima in India che si basa sulla profonda conoscenza del corpo e della sua relazione con la mente e lo spirito) e la prima testimonianza del suo impiego per scopo curativo risale a circa 2500 anni fa.

In questo articolo vedremo come coltivare il ginseng indiano e, soprattutto, come sfruttarlo per le sue straordinarie capacità fitoterapiche.

Indice

Le caratteristiche del ginseng indiano

Il ginseng indiano, o Withania, è una pianta erbacea con un fusto legnoso alla base, che può raggiungere anche i 2 metri di altezza, interamente ricoperta di piccoli peli che le conferiscono un singolare riflesso grigio.

Il ginseng indiano può raggiungere anche i due metri di altezza

Le sue foglie sono opposte e ovate-lanceolate con margine intero.

I suoi fiori, proprio come quelli del pomodoro, sono di colore giallo o verde e i frutti sono delle bacche dalla colorazione che va dal giallo al rosso a seconda del livello di maturazione.

Nonostante sia maggiormente diffusa in India, le oltre 20 specie di Withania crescono in modo spontaneo anche in Sudafrica e Asia Orientale.

Coltivazione del ginseng indiano

Il ginseng indiano viene coltivato soprattutto in India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, ma anche in alcune zone del Mediterraneo dove il clima è favorevole; in Italia, la Whitania è coltivata principalmente nelle due isole maggiori, Sardegna e Sicilia.

-->

La pianta, infatti, necessita di climi particolarmente caldi e asciutti (anche se riesce a resistere a leggere gelate). Il terreno ideale per la sua coltivazione è sabbioso e alcalino e un pH che si aggira tra 7.5 e 8 è ideale per favorirne la crescita.

Tendenzialmente, la pianta cresce in modo spontaneo, ma è possibile anche coltivarla in campo, qualora il clima invernale non sia troppo rigido e/o piovoso.

La prima cosa da fare, in questi casi, è arare il campo e, successivamente, aggiungervi altra terra, di modo che raggiunga il giusto livello prima che arrivi il periodo delle piogge; i semi germoglieranno in circa 15 o 20 giorni e dovranno essere tenuti a una temperatura stabile di 20° C in sabbia umida.

Il nostro consiglio è quello di piantarli a primavera inoltrata.

Il segreto per avere una buona coltura è quella di integrare tutto con del buon fertilizzante che porterà alla pianta il nutrimento necessario per crescere sana e rigogliosa.

Quella del ginseng indiano è una coltivazione di facile gestione: non richiede eccessive irrigazioni e l’unica cosa a cui fare particolarmente attenzione è l’elevato rischio di marciume radicale.

Il motivo principale per cui questa pianta viene coltivata sono le sue incredibili virtù benefiche, particolarmente apprezzate da tempo sia nella tradizione indiana che in quella africana e oggi sfruttate nella fitoterapia.

Quali sono le proprietà del ginseng indiano?

Gli effetti benefici del ginseng indiano sono da attribuire principalmente ai due maggiori costituenti della pianta, ovvero i lattoni steroidei e gli alcaloidi, e successivamente alle altre sostanze di cui è ricca.

I lattoni steroidei (come witanolidi e witaferine) hanno un’azione antineoplastica e possiedono proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antimicrobiche. In più, sembra abbiano un’azione immunostimolante su tutto l’organismo.

Per quanto riguarda gli alcaloidi (in particolare la somniferina) questi possiedono un’azione ipnotica e rilassante sulla muscolatura liscia.

Usi e applicazioni

Dati i suoi interessanti benefici, il ginseng indiano viene usato principalmente in due aree:

  • Riduzione dello stress psichico e fisico
  • Squilibri psicologici

Ovviamente, in entrambi i casi la supervisione di uno specialista è essenziale.

Il ginseng indiano è un prodotto che ha molte proprietà benefiche

Nel complesso, il ginseng indiano agisce su:

  • Cervello
  • Muscolatura liscia
  • Organi /o tessuti di vari distretti
  • Ossa/cartilagini/articolazioni
  • Sangue
  • Sistema emopoietico
  • Sistema immunitario
  • Sistema nervoso autonomo
  • Sistema nervoso centrale
  • Utero e ovaie

Ginseng indiano: riduzione dello stress e tanto altro

Questa pianta rientra nel gruppo delle piante adattogene: attraverso il suo uso, infatti, risulta più facile adattarsi a varie situazioni che possono essere fonti di stress sia psicologico che fisico.

In genere, le adattogene sono piante dall’effetto stimolante, mentre la Withania è l’unica che presenta un effetto calmante, cosa che la rende davvero indicata per le situazioni particolarmente complesse.

In più, il ginseng indiano avrebbe importanti benefici anche per la nostra memoria e attività cognitive, aiutando anche ad evitare il sopraggiungere di malattie come il Parkinson e Alzheimer.

Anche la tiroide beneficia dell’azione del ginseng indiano: stimola l’aumento della produzione dell’ormone tiroideo TSH e della tiroxina.

Infine, va sottolineato come la Withania aiuti a tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue, inibendo l’insulino-resistenza e l’infiammazione che essa crea all’interno dell’organismo.

Benefici per la psiche

Il ginseng indiano è anche un buon modo per tenere sotto controllo eventuali disturbi psicologici.

La sua azione ansiolitica e antipressiva è stata studiata sugli animali, soprattutto per quanto riguarda il disturbo ossessivo-compulsivo.

Nei bambini può essere un buon aiuto nei casi di iperattività o disturbi dell’attenzione.

Spesso, la Withania deve essere associata ad altri farmaci o prodotti fitosanitari e, per evitare pericolosi mix, è sempre meglio rivolgersi a specialisti del settore.

Rischi e controindicazioni

Quando si parla di prodotti fitosanitari è sempre meglio essere informati anche degli aspetti negativi che questi preparati possono avere sul nostro organismo.

Nel caso della Whitania, eventuali sovradosaggi possono causare disturbi gastrointestinali, vomito e diarrea; negli animali, invece, un dosaggio elevato ha portato a una depressione respiratoria e a disturbi renali ed epatici.

 

Ora che sai tutto su questa pianta, non ti resta che coltivarla e provarne le proprietà benefiche in prima persona.

Buon lavoro!

Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!

SEGNALA ARTICOLO


Ginseng indiano e le sue qualità: ecco come coltivarlo ultima modifica: 2019-06-04T14:43:22+00:00 da Giulia Corrias

Articoli correlati