Le coltivazioni estensive: quali sono e su quali puntare

Hai un terreno di grandi dimensioni che vuoi sfruttare al massimo con colture redditizie? Dare il via a delle coltivazioni estensive potrebbe essere un buon modo per iniziare.

Queste colture, infatti, sanno essere decisamente fruttuose e non richiedono macchinari costosi.

In questo articolo ti spiegheremo in cosa consiste l’agricoltura estensiva e a quali colture potrai applicarla.

Iniziamo!

Indice

Agricoltura estensiva: cos’è

Con agricoltura estensiva si intende quella pratica agricola che prevede un impiego assolutamente limitato di macchinari e una spesa irrisoria per assicurare i trattamenti fitosanitari.

Meno manodopera, meno prodotti fitosanitari: ecco i cardini delle colture estensive

L’obiettivo di questo tipo di agricoltura è quello di produrre il massimo raccolto per numero di persone impiegate. A essere privilegiato è il lavoro della manodopera e, visto l’uso di una vastissima porzione di terreno, si usa parlare di un cosiddetto profitto garantito. In proporzione al terreno coltivato, tuttavia, la manodopera richiesta sarà relativamente scarsa.

I terreni molto estesi, inoltre, permettono che lo sfruttamento del suolo non sia eccessivo, lasciandone una parte a riposo a maggese o destinata al pascolo.

Questa modalità di coltivazione, naturalmente, ha come unico svantaggio quello di dover cercare delle aree molto vaste in cui poter operare e coltivare. I vantaggi sono invece molteplici.

Eccone alcuni:

  • non dovrai occuparti di terrazzamenti
  • il suolo non avrà bisogno di essere lavorato
  • il lavoro viene svolto in maniera più efficiente
  • l’impiego dei macchinari agricoli è limitato
  • nel caso in dovessi avere una fattoria associata all’attività agricola, il benessere degli animali sarà garantito maggiormente
  • non avrai bisogno di utilizzare fertilizzanti

Agricoltura estensiva e intensiva: differenze

L’agricoltura estensiva si pone come diretta antagonista dell’agricoltura intensiva.

Vediamo quali differenze li caratterizzano:

  • sebbene entrambe sfruttino il terreno, l’agricoltura intensiva è molto più invasiva, mentre quella estensiva prevede delle aree a maggese
  • l’agricoltura intensiva prevede un apporto di manodopera decisamente più ingente rispetto a quello dell’agricoltura estensiva
  • l’agricoltura estensiva, non prevedendo troppi fertilizzanti, fungicidi o pesticidi è molto più rispettosa dell’ambiente; al contrario, l’agricoltura intensiva li applica su ampia scala, rendendone difficoltoso l’assorbimento da parte delle piante e arrivando a inquinare più facilmente le falde acquifere
  • il terreno che ospiterà una coltivazione di tipo intensivo richiede un lavoro molto più attento e pesante rispetto a quello che ospiterà colture coltivate in maniera estensiva
  • nell’agricoltura intensiva non solo la raccolta, ma anche altre operazioni, sono meccanizzate; questo comporta un costo economico maggiore rispetto alle coltivazioni estensive

Insomma, nel caso in cui tu dovessi disporre di un terreno molto grande, ma poco fertile, l’agricoltura estensiva è sicuramente la soluzione più indicata per abbattere i costi.

Vediamo nel dettaglio quali colture sono più adatte a questo tipo di agricoltura.

Agricoltura estensiva: quali colture?

Sebbene l’agricoltura estensiva caratterizzi ampiamente gli Stati Uniti, l’Australia e l’Argentina, con il passare degli anni diventa sempre più tipica dei paesi in via di sviluppo dell’area africana o asiatica.

Le colture che si prestano maggiormente a una coltivazione di tipo estensivo sono le seguenti:

  • i cereali
  • le piante foraggere

Vediamole nel dettaglio.

Agricoltura estensiva: i cereali

I cereali sono una delle colture più coltivate con il metodo dell’agricoltura estensiva. Soprattutto i frumenti teneri sono coltivati con la massima estensione nei paesi nordici, mentre nei paesi a clima temperato come il nostro sono più diffusi i grani duri.

La prima cosa di cui dovrai occuparti nel momento in cui deciderai di iniziare a coltivare i cereali è la preparazione del terreno:

  • con la trinciatura eliminerai i residui delle colture precedenti
  • dovrai effettuare un’aratura di 20-35cm per poi erpicare il terreno, affinandone la superficie, e concimarlo
  • disgrega il terreno di almeno 10cm, in modo da far funzionare al meglio eventuali seminatrici

In seguito, dovrai naturalmente pensare alla semina:

  • dovrai occupartene tra ottobre e novembre se hai scelto una coltura invernale che necessita di molta umidità; al contrario, dovrai occupartene nel periodo primaverile nel caso di tutte le altre colture
  • interra i semi a 3cm di profondità, distribuendoli in file parallele tra loro
  • nel caso di terreni asciutti e riducibili la profondità può aumentare sino a 5cm, mentre nei terreni limosi o argillosi bagnati consigliamo una profondità di 2cm
  • occupati della rollatura solo in caso di terreno asciutto e soffice

La concimazione, invece, è spesso effettuata con concimi contenenti azoto ammoniacale, integrato con fosforo e potassio.

Nel mese di febbraio potresti utilizzare i diserbanti per distruggere le erbe infestanti; se invece hai un orto biologico o vuoi stare più attento all’ambiente, pianta i cereali sempre e solo dopo le foraggere o le leguminose.

I cereali arrivano a maturazione durante il mese di giugno. La mietitura, ovvero la parte di taglio e raccolta nei campi, può essere effettuata a mano con l’ausilio di un falcetto, oppure con attrezzature meccaniche.

I cereali sono colture che ben si prestano all’agricoltura estensiva

Agricoltura estensiva: le foraggere

Le piante foraggere vengono coltivate con l’obiettivo di produrre il sostentamento per gli animali da pascolo. Il foraggio, inoltre, può essere consumato fresco dagli animali oppure conservato in tre modi:

Per quanto riguarda il clima, è essenziale che sia caldo, abbastanza umido, con inverni miti e senza escursioni termiche troppo forti.

Le piante foraggere possono essere di due tipi:

  • da prato, che durano nel terreno per più di un anno
  • da erbaio, che durano invece meno di un anno

La pianta foraggera per eccellenza è l’erba medica. Ecco di cosa ha bisogno:

  • clima temperato
  • pH 8 (scopri come misurarlo)
  • non deve essere associata con altre piante perché potrebbe disturbarle con il suo sviluppo eccessivo
  • le uniche consociazioni che non creano problemi sono quelle con l’avena, la segale e la vecce
  • all’erba medica ricorda di far seguire la coltura del grano

Il trifoglio, invece, ha bisogno di un clima più temperato, umido e non troppo caldi. Le brinate invernali possono danneggiarlo ampiamente.

Per quanto riguarda la lupinella, questa pianta foraggera è adatta alle zone collinari con queste caratteristiche:

  • aride
  • sassose
  • calcaree

Può essere associata alla coltivazione di grano e avena.

In ultimo, la sulla è adatta ai climi miti o caldi con un alto tasso di umidità. Il terreno migliore per questa foraggera è quello argilloso calcareo, dove invece le altre piante da foraggio non riuscirebbero a crescere.

 

Non ti resta dunque che iniziare ad approcciarti a questo tipo di agricoltura, più economica e più rispettosa dell’ambiente rispetto all’agricoltura intensiva.

Buon lavoro!

Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!

SEGNALA ARTICOLO


Le coltivazioni estensive: quali sono e su quali puntare ultima modifica: 2019-06-14T07:53:44+00:00 da Giulia Corrias

Articoli correlati