Dopo più di 20 anni il Parlamento Europeo ha riformato le norme riguardanti la produzione e la commercializzazione dei prodotti biologici.
Il nuovo regolamento sull’agricoltura biologica entrerà in vigore dal 2021, sostituendo il primo regolamento in materia del 1991, che era già stato aggiornando nel 2007.
La riforma sulla produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici è stata approvata in seduta plenaria con 466 voti favorevoli, 50 astensioni e 124 contrari.
Tutti gli eurodeputati italiani hanno votato in massa contro e ritengono la nuova normativa, frutto di quasi quattro anni di negoziati tra Parlamento, Commissione Europea e Consiglio, “un compromesso al ribasso” e “un’occasione sprecata” che rischia di assottigliare la distinzione tra agricoltura bio e convenzionale negli Stati membri dell’UE.
Il testo nella nuova normativa sui prodotti biologici dovrà essere formalmente approvato anche dal Consiglio Europeo prima che possa essere applicato a partire dal 1° gennaio 2021.
Leggi cosa prevede la riforma, incluse deroghe ed eccezioni, e le criticità che gli europarlamentari italiani hanno evidenziato.
Indice
La riforma europea dell’agricoltura biologica: cosa cambia
Controlli nella filiera del biologico
Il nuovo regolamento europeo sul biologico prevede controlli antifrode, non solo per gli agricoltori, ma per tutti gli operatori della filiera del bio di regola ogni anno e ogni 2 anni per coloro ai quali non è stata riscontrata alcuna irregolarità per tre anni di fila.
Certificazione Bio di gruppo
I produttori con aziende di piccole dimensioni potranno aggregarsi e ottenere una certificazione bio di gruppo, riducendo i costi.
Importazioni dai paesi extra europei
I prodotti biologici importati da paesi terzi dovranno rispettare gli standard europei e non solo, come oggi, essere ad essi equivalenti perché le attuali norme in materia di equivalenza, che impongono ai Paesi terzi di conformarsi a norme simili ma non identiche, saranno eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento prevista per il 2021.
Esiste però una deroga speciale a questo principio perché il rispetto di standard equivalenti a quelli europei continuerà a valere per gli accordi commerciali bilaterali.