Tamarindo e tutto quello che devi sapere su questa pianta

tamarindo

Il tamarindo è un albero capace di produrre dei singolari frutti: si tratta, infatti, di grossi legumi penduli, la cui polpa è dolce, carnosa e commestibile, tanto da essere usate per varie preparazioni in tantissimi settori diversi.

In questo articolo scopriremo nel dettaglio come prendersi cura di questa pianta, come farla crescere sana e forte e come gestire, poi, i frutti che produce.

Iniziamo!

Indice

Tamarino: le sue caratteristiche principali

Il nome scientifico del tamarindo è Tamarindus Indica e indica, appunto, un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Fabaceae, ovvero le Leguminose.

L’origine geografica della pianta è l’area tropicale orientale dell’Africa, ma viene coltivato in maniera consistente anche in India e America Latina.

Si tratta di una coltura sempreverde e a crescita particolarmente lenta; in più, il tamarindo è particolarmente longevo, tanto che il suo ciclo vegetativo può arrivare e superare i cento anni.

Aspetto del tamarindo

Per quanto riguarda il suo aspetto, il tamarindo è una pianta robusta, le cui radici arrivano in profondità nel terreno tenendolo, dunque, particolarmente saldo.

Il tronco è eretto e raggiunge anche gli 80 centimetri di diametro, mentre, per quanto riguarda la sua altezza complessiva, può arrivare anche ai 30 metri; la chioma, invece, è espansa perché formato da rami particolarmente lunghi capaci di proiettare ombra fino a 7 metri.

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L’albero di tamarindo arriva fino a 30 metri di altezza

Il legno sia del tronco che dei rami ha un midollo particolarmente resistente e compatto: il suo colore è il rosso, ma è circondato da un anello di colore giallo.

Le foglie rispecchiano esattamente l’aspetto di quelle delle piante appartenenti alla categoria delle latifoglie: alterne, paripennate, picciolate e di un colore verde davvero brillante.

Quando il tamarindo vive in ambienti climatici a lui favorevoli, queste rimangono sui rami anche durante il periodo invernale; qualora, invece, si presentassero periodi di caldo e siccità prolungati, cadranno.

Fiori e frutti del tamarindo

La caratteristica principale della pianta di tamarindo è da ricercare sicuramente nei suoi fiori e, soprattutto, nei suoi singolari frutti.

I fiori, difatti, sono molto grandi e profumati. Risultano riuniti in infiorescenze a racemo e, quando, dischiusi, somigliano molto a delle orchidee con 5 petali irregolari di colore giallo e con striature arancioni o rosse.

I frutti, invece, risultano essere dei baccelli legnosi di forma ricurva e di color nocciola; in genere sono quasi cilindrici e possono essere lunghi anche fino a 15 centimetri. Al loro interno, generalmente, si trovano dai 4 ai 12 semi di colore bianco e avvolti da una polpa verde commestibile (tanto da essere usata sia in cucina che per la preparazione di medicinali).

La pianta di tamarindo inizia a produrre frutti intorno al sesto anno di vita sempre e solo nel periodo che va dalla piena primavera all’inizio dell’estate.

Tamarindo: come si coltiva?

Trattandosi di una pianta tropicale, il tamarindo è una pianta che ama un’esposizione in pieno sole e il totale riparo dal vento e dalla pioggia.

Data questa premessa, è giusto precisare che le temperature troppo basse e le gelate tardive sono sicuramente i suoi nemici più grandi, proprio come l’umidità accompagnata dal freddo.

In regioni dove l’inverno è abbastanza mite, il tamarindo può avere qualche problema nei primi momenti di sviluppo, ma se riparato con cura, può crescere e prosperare senza difficoltà.

La pianta non ha grosse esigenze a livello di terreno (qualsiasi tipologia va bene, anche quelli salini), ma darà il meglio di sé con suoli lavorati, argillosi, arenosi e con un pH neutro.

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Il tamarindo si adatta a qualsiasi terreno, anche quelli salini

Condizione essenziale è che, comunque, il terreno sia ben drenato di modo che si evitino i ristagni idrici, capaci di far morire le radici; anche un terreno troppo compatto può creare qualche danno all’apparato radicale, che potrebbe soffocare.

Sul fronte dell’irrigazione, il tamarindo in giovane età deve ricevere acqua in modo costante fino a quando l’apparato radicale non si sviluppa completamente. Una volta adulto, invece, si accontenta dell’acqua piovana, quindi le annaffiature devono essere eseguite solo in caso di prolungati periodi di siccità, ma con molta moderazione.

Infine, la concimazione: questa deve essere eseguita ogni primavera con un preparato con a base di azoto (N), potassio (K), fosforo (P) e altri nutrienti essenziali come il magnesio e il molibdeno; in caso di necessità, una seconda concimazione può essere ripetuta in estate (a luglio), ma con meno potassio.

Come si moltiplica il tamarindo?

Il tamarindo è una pianta che si riproduce per seme.

Per favorirne la germinazione, è bene scarificare i semi e lasciarli in ammollo in acqua calda per circa 24 ore.

A questo punto, si può procedere con la semina, che va effettuata in un vaso stretto e alto. Il contenitore va riempito per 3/4 con un substrato specifico o delle fibra di cocco.

Una volta sistemato, il seme va coperto con altro terreno, che poi andrà compattato con le mani.

A questo punto, il vaso va messo in una zona calda e non esposto alla luce fino alla fine della germinazione (che può avvenire in 2 come in 8 settimane).

A questo punto, il piccolo tamarindo va spostato in una zona luminosa, ma al riparo dalla luce diretta per circa 20 giorni; passato il secondo mese si può effettuare la concimazione.

Una volta che la pianta è robusta è forte, potrà essere rinvasata e, dopo 3 anni, messa a dimora; per fare questa operazione, bisognerà lavorare in modo perfetto il terreno di modo che accolga l’apparato radicale della pianta e tenere conto del clima (nelle regioni più fredde potrebbe volerci più tempo).

Per quanto riguarda la potatura, invece, questa è minima e viene effettuata solo per eliminare i rami non più produttivi o affetti da malattie.

E i parassiti?

Il tamarindo è un albero particolarmente robusto e rustico, tanto da essere particolarmente resistente.

Sono rari gli attacchi da parte di parassiti animali e, spesso, dipendono dalle condizioni climatiche in cui si trova la pianta.

Tra questi, sicuramente, vanno menzionati gli afidi.

Per quanto riguarda le malattie fungine, invece, qui va menzionato il marciume radicale, l’oidio e il mal bianco.

 

 

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Tamarindo e tutto quello che devi sapere su questa pianta ultima modifica: 2020-12-04T12:14:46+00:00 da Giulia Corrias

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