Quando innaffiare l’orto: ecco quando bisogna intervenire

quando innaffiare l'orto

Hai un orto ma non sai di preciso quando è il momento giusto di innaffiare?

La domanda che si fanno in molti è proprio questa: quando innaffiare l’orto?

In questo articolo trovarai ciò che stai cercando. Ecco quando innaffiare l’orto.

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Indice

Pianificazione dell’irrigazione

Il fatto di chiedersi quando innaffiare l’orto rientra proprio in quella che viene chiamata dagli agronomi “pianificazione dell’irrigazione”. La gestione pratica dell’irrigazione comporta fondamentalmente la risoluzione di 3 tipi di problemi:

  1. Determinare il momento di intervento irriguo (quando irrigare)
  2. Determinazione dei volumi di adacquamento (quanta acqua somministrare alle piante)
  3. Scelta del metodo irriguo (come irrigare)

Quando innaffiare l’orto

La scelta del momento in cui è più opportuno eseguire l’irrigazione è un problema molto sentito e tra i meno risolti, con implicazioni di tipo tecnico ed economico. Ritardare troppo l’intervento può infatti significare la rinuncia a tutto o parte del beneficio conseguibile con l’irrigazione. Un annacquamento eseguito su terreno già sufficientemente provvisto di acqua comporta perlomeno un aggravio ingiustificato dei costi, se non addirittura dei veri e propri danni alla coltura e all’ambiente (l’acqua è un bene prezioso!). E proprio di questo ne abbiamo parlato nell’articolo sugli effetti negativi del ristagno.

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L’uso dell’acqua a fini agricoli costituisce il 30% circa dell’utilizzo complessivo dell’acqua nell’Unione Europea (oltre il 60% nei paesi meridionali, quali Spagna e Italia). Molto spesso la scelta del momento dell’intervento irriguo è basata su criteri empirici e sull’esperienza dell’agricoltore. Un approccio scientifico al problema prevede la possibilità di seguire 3 criteri:

  1. considerare lo stato idrico del terreno;
  2. prendere come riferimento la pianta;
  3. ricorrere alla stesura di un bilancio idrico.

Forse può interessarti anche l’articolo su come capire se una pianta ha bisogno di acqua.

Considerare lo stato idrico del terreno

Considerare lo stato idrico del terreno significa prima di tutto misurare il potenziale idrico del suolo (es. con tensiometri, tensiostati) o il suo contenuto idrico (essiccazione in stufa, sensori volumetrici, m3 di acqua in 1 m3 di terreno). Il potenziale idrico misura la tensione (forza di suzione) con cui l’acqua è trattenuta nel terreno, esprimendo il lavoro che le piante debbono compiere per estrarla.  Si esprime in bar o Pascal (1 bar = ca 100 kPa) e assume valori negativi.

L’irrigazione viene eseguita appena il potenziale dell’acqua o il contenuto idrico ha raggiunto o sta per raggiungere ad una certa profondità un limite critico oltre il quale si ritiene opportuno non scendere. Tale limite critico dipende anche dal tipo di pianta considerata. Il limite critico si raggiunge prima del punto di appassimento, quando è ancora presente nel terreno una frazione dell’acqua disponibile. In questo punto il contenuto di umidità del terreno può essere definito punto critico colturale (PCC), che per le specie ortive è molto vicino alla capacità di campo (CC). La capacità di campo è, in poche parole, il contenuto massimo di acqua che un suolo può contenere. Si arriva quindi a definire la seguente formula: 

CC – PCC = acqua (o riserva) facilmente utilizzabile

Tra CC e PCC la pianta è in condizioni idriche ottimali e la sua evapotraspirazione è massima. 

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Concetto della “speaking plant

Nel momento in cui ci chiediamo quando innaffiare l’orto, è bene prendere in considerazione anche il concetto dello “speaking plant”. Questo concetto si basa sul prendere come riferimento una pianta e parte dal presupposto che il migliore indicatore dello stato idrico della pianta è la pianta stessa.

I metodi che consentono di valutare lo stato idrico della pianta, attraverso delle misurazioni, rimangono per il momento sostanzialmente a livello sperimentale (misura di: potenziale idrico della pianta, resistenza stomatica, temperatura fogliare, ecc.). Il metodo visivo, basato sull’osservazione dei sintomi esteriori dello stress idrico (come l’appassimento fogliare) per il momento è praticamente l’unico adottabile dall’agricoltore.

Un certo aiuto può derivare dall’impiego di piante “spia”:

  • piante di specie diverse da quella coltivata e più suscettibili alla carenza idrica, tali da manifestare prima sintomi di stress;
  • piante della specie coltivata ma allevate più fitte;
  • piante della stessa specie messe a dimora in un substrato a minore capacità di ritenzione idrica, ecc.

Ricorrere alla stesura di un bilancio idrico

Bisogna sapere quando innaffiare l’orto nel momento in cui l’evapotraspirazione della coltura, al netto degli apporti idrici naturali, ha esaurito la riserva idrica facilmente utilizzabile del suolo. La stesura di un bilancio idrico è un metodo molto complesso da adottare in campo aperto, dato che richiede tutta una serie di dati colturali, climatici e pedologici assai difficili da ottenere (in pratica presuppone l’esistenza di un servizio agro-meteorologico di assistenza agli agricoltori).

Più semplice da adottare nell’orticoltura di serra, dove, essendo il bilancio idrico semplificato, in pratica si tratta di stimare l’evapotraspirazione. Infatti, prendendo in considerazione la formula generale del bilancio idrico:

I + N = ET + P ± D

Dove:

I = irrigazione
N = apporti naturali (precipitazioni e apporto di falda)
ET = evapotraspirazione
P = perdite per ruscellamento e percolazione
D = variazioni positive o negative dell’umidità del terreno

E’ stato dimostrato sperimentalmente che esiste una stretta correlazione tra l’evapotraspirazione e la radiazione solare globale ricevuta dalla colturaL’evapotraspirazione può essere calcolata in funzione della radiazione solare globale per mezzo di una equazione lineare (tenendo conto anche di un coefficiente colturale, variabile a seconda della specie, della varietà, dell’età della coltura e della sua densità). La distribuzione può essere realizzata ogni qualvolta viene accumulata una certa quantità di energia luminosa. Attraverso la misura della radiazione solare è possibile la gestione automatica dell’irrigazione in serra.

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Quando innaffiare l’orto: ecco quando bisogna intervenire ultima modifica: 2018-03-20T06:42:42+00:00 da Elia Valmori

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