Produzione d’olio di oliva: dopo la bufera sembra tornare il sole

produzione d'olio di oliva

Possiamo dirlo: il 2018 è stato un anno davvero disastroso per la produzione d’olio di oliva in Italia che, secondo i dati riferiti da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), si sarebbe arrestata sulle 166 mila tonnellate, registrando un sonoro -57% rispetto al 2017.

Le cause di questo tragica impennata nella produzione di olio d’oliva sono tristemente note:

  • Gelate atipiche per il mezzogiorno (che hanno compromesso circa 25 milioni di ulivi)
  • Emergenze come l’epidemia di Xylella
  • La chiusura di tanti (troppi) frantoi di piccole/medie dimensioni
produzione d'olio di oliva

Sono stati tanti i problemi che hanno contribuito alla crisi del settore nel 2018

Ovviamente, la regione più colpita da questa concomitanza di eventi è stata la Puglia che, come noto, da sola riesce a coprire circa la metà della produzione italiana di olio d’oliva; viene da sé che se la regione madre subisce un arresto nella produzione, ovviamente tutti ne risentiranno.

Indice

Crisi della produzione d’olio di oliva e mercati

Come era prevedibile, i mercati hanno subito il colpo, tanto che i costi dell’olio EVO hanno raggiunto i 5,60 euro al chilo (registrando un +40% rispetto a giugno), con prezzi superiori ai 7 euro al chilo in Sicilia e vicini ai 6 euro in provincia di Bari.

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Tutto questo ha avuto nefaste conseguenze anche per i produttori che, a causa della eccessiva frammentazione del settore, non sono messi in condizione di produrre come dovrebbero: in Italia solo il 37% delle aziende olivicole è davvero competitivo.

Nel 2018 ha segnato un record particolarmente triste per la nostra nazione: è la prima volta che la produzione spagnola stimata è superiore di oltre otto volte rispetto a quella italiana, con un probabile sorpasso anche da parte della Grecia e del Marocco.

Quali soluzioni per arginare la crisi?

Per fare fronte a una situazione di effettiva emergenza, esponenti di Coldiretti, della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e di tante altre sigle si sono riunite per fare il punto della situazione e trovare, insieme, una soluzione.

Il problema che riguarda il calo drastico della produzione d’olio di oliva, infatti, non è così circoscritto come si potrebbe pensare, ma riguarda più di 400.000 aziende agricole specializzate e 5000 frantoi, con un patrimonio di 250 milioni di piante, 1,1 milioni di ettari e un fatturato di consumo che si aggira intorno ai 3,2 miliardi di euro.

La soluzione è stata trovata in un maggiore controllo qualitativo, pensato per combattere tutti i crimini di natura agroalimentare e le varie contraffazioni che, purtroppo, avvengono nel settore.

Panel test

Lo strumento identificato è il panel test, ovvero una classificazione dell’olio sulla base di una rigida procedura scientifica che, sfruttando le competenze di assaggiatori, permette di valutare i parametri organolettici che rendono un olio effettivamente eccellente.

Questo controllo nasce come strumento per garantire:

  • La qualità del settore olivicolo
  • La trasparenza da parte dei produttori
  • La tutela dei consumatori dalle frodi e dalle contraffazioni

Contratto pluriennale di filiera

Altra misura anticrisi è stata quella di sottoscrivere un accordo tra Coldiretti, Unaprol, Federolio e Fai Spa che ha l’obiettivo di assicurare sia un quantitativo di produzione di olio che la diffusione di olio effettivamente italiano, stabilendone un prezzo massimo di 4,1 euro al kg.

produzione d'olio di oliva

Più controlli per garantire un olio davvero di qualità ai consumatori

Il piano salva olio

Il piano salva olio, discusso da tutte le realtà presenti all’incontro, è stato articolato in vari punti, che sono:

  • L’avviamento di un nuovo piano olivicolo nazionale affinché il settore possa essere rilanciato e con una strategia nazionale e investimenti mirati alla modernizzazione della filiera tutta
  • Garantire adeguate risorse al fondo di solidarietà nazionale per compensare le calamità che hanno colpito il Paese
  • Sostenere l’olivicoltura salentina pesantemente colpita dalla Xylella con l’attuazione del decreto sullo stato di emergenza che consentono i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi
  • Dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti dell’attuale Ocm e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei negoziati internazionali
  • Approvare le proposte di riforma dei reati alimentari
  • Pretendere l’obbligo della registrazione telematica degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri
  • La diffusione del panel test
  • Promuovere la totale trasparenza dell’origine per l’olio extravergine di oliva e per le olive da tavola, specificata sull’etichetta.
  • Promuovere la conoscenza dell’olio di qualità tra i consumatori
  • Eliminare il segreto di stato sui flussi di importazione

 

Noi, ovviamente, ci auguriamo che questa triste parentesi dell’agricoltura italiana si concluda quanto prima.

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Produzione d’olio di oliva: dopo la bufera sembra tornare il sole ultima modifica: 2019-02-06T07:00:02+00:00 da Giulia Corrias

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