Coltivare il peperoncino: tutti i segreti per bacche perfette

bacche di peperoncino

Nativo dell’America del sud, diffuso da cima a fondo in tutta Italia, isole comprese: è il peperoncino.

peperoncino comune

Capsicum annuum (Linneo 1753) è il nome latino che il botanico Linneo ha dato alla specie.

“Capsa”, dal latino scatola, è ciò che ricorda la conformazione del frutto, ispirazione per Linneo nella scelta del nome.

Il frutto, una bacca per chi s’intende del settore, nel sapore ricorda il pepe e per questo denominato peperoncino, non per somiglianza!

Il genere comprende una moltitudine di specie: ornamentale, dolce o piccante, perché quando lo mordi, pizzica la lingua.

Per ogni specie migliaia di varietà, con gusto, colore, forma e dimensione diverse, coltivate pressappoco allo stesso modo.

Indice

Peperoncino: caratteri botanici

Si vocifera che a portarlo in Europa sia stato Cristoforo Colombo, in uno dei suoi viaggi, sbarcando su un’isola caraibica nel 1943.

Le specie più diffusa su quell’isola erano  l’Habanero e lo Scotch bonnet.

Il peperoncino è così classificato botanicamente:

Famiglia: Solanace;

Specie: Capsicum annuum (Linneo 1753).

Fusto con portamento eretto ed altezze “importanti” tra i 100 e i 150 cm.

Foglie alternate lungo il fusto, verdi ed acuminate, comunemente dette “a punta”.

Fiori di colore bianco giallastro, sono posizionati in corrispondenza del punto di inserzione delle foglie, botanicamente si parla di fiori ascellari.

La particolarità del fiore del peperoncino è che riesce a fare tutto da solo.

Ha due set di cromosomi, a significare che la pianta di peperoncino produce fiori sia maschili che femminili, ed è quindi capace di autofecondarsi.

Dalla fecondazione otteniamo una bacca, impropriamente detta frutto, contenente semi capaci di riprodurre piante simili alla pianta madre.

E’ una bacca carnosa, con colorazione, forma e dimensione tra le più disparate e tipizzanti la varietà.

bacca di peperoncino

La radice, un fittone, abbastanza superficiale, con una serie di altre radici secondarie, forma il capillizio radicale, responsabile della suzione di acqua e nutrimento.

Peperoncino: quali varietà?

Volendo generalizzare sono questi i caratteri botanici delle 5 specie di Capsisum “domestiche” più diffuse.

  • Capsisum annuum: la più ricorrente, con il peperone dolce ed il peperoncino comune;
  • Capsisum baccatum: troviamo qui il cappello del vescovo (dalla forma inconfondibile), l’Aji Amarillo e l’ Aji Habanero;
  • Capsisum chinenese: a dispetto di quanto il nome faccia credere, non è affatto cinese! Di qualità sudamericana, include il temibilissimo Habanero, fino al 2006 peperoncino da Guinness World Record per piccantezza, ed i suoi fratelli Scoth bannet e Dorset Naga;
  • Capsisum frutescens, il tabasco;
  • Capsisum pubescens, il rocato.

Perfetto! Scelta la varietà, il concetto di coltivazione è molto simile, e possiamo dire che la metodica è la stessa.

Peperoncino: clima freddo o clima caldo?

Il Peperoncino è il sudamericano più famoso al mondo, che in Italia, da extracomunitario, ha trovato le condizioni di acclimatazione migliori.

Con inverni miti ed estati calde, il gioco è presto fatto!

Il peperoncino non tollera il freddo, come pure l’eccessiva esposizione alle alte temperature, che rischierebbero di bruciarlo. Le temperature miti sono quindi quelle ideali.

Peperoncino: il terreno migliore

Terreni poveri? no grazie.

Più è ricco di sostanza organica, maggiore è lo stato di benessere della pianta di peperoncino, con una tessitura dal franco, al franco-sabbioso, al franco-argilloso.

Terreno con ottime capacità di drenaggio, che evitano la formazione dei ristagni idrici, causa di malattie, con franco di coltivazione > 60 cm, calcare attivo <10%, pH tra 5,5 e 7, sono queste le condizioni ideali.

Non hai queste condizioni? Nessun problema.

Hai un balcone, un terrazzo, un cortile, dei vasi (all’aperto o anche indoor): anche così puoi coltivare il peperoncino.

peperoncino in vaso

Per l’orto in balcone mescolare nel vaso terriccio e terra di campagna che apporta frazione minerale, facendola facile: argilla, sabbia e limo.

La giusta attenzione va data all’esposizione, evitare che sia o troppo all’ombra o troppo al sole, insomma il “troppo-troppo” è da evitare.

Peperoncino: fabbisogno idrico

Sensibile agli squilibri idrici, si consiglia, se si è in pieno campo di irrigare, se si è in vaso di annaffiare. Non te ne dimenticare!

Le foglie abbassate del peperoncino stanno ad indicare richiesta di acqua.

Peperoncino: semina e trapianto

Il peperoncino è un arbusto perenne a vita breve, in condizioni sfavorevoli, in alcuni casi annuale.

Nord, Centro o Sud: le tempistiche di trapianto cambiano in base a dove ci si trova e alla temperatura del periodo.

Sei al Nord? Trapianta a marzo.

Sei al Centro o al Sud? Trapianta da febbraio a marzo, lascia che le temperature siano stabili sopra i 15°.

La semina avviene nei semenzai a letto caldo (24-26°) fondamentale per la germinazione, che richiede dagli 8-10 giorni.

Quando il germoglio emette le prime foglie (cotiledoni) è pronto per il trapianto, con un sesto di 70-80 cm (tra le file) x 30-50 cm (sulla fila).

trapianto in campo

Reti o pali e spago servono a sostenere la pianta dal peso dei frutti: più grossi sono più i sostegni diventano importanti.

Cosa mangia il peperoncino

Ghiotto di sostanza organica, non ne ha mai abbastanza, prima del trapianto del peperoncino, una bella letamata (3-6 Kg/ha).

In vaso una concimazione organica con pellettato, stallatico o pollina.

Attenzione all’azoto, l’eccesso porta a piante vigorose, con pochi fiori e di conseguenza pochi frutti.

Successive concimazioni si limitano a potassio, fosforo e micro elementi.

Quando raccogliere il peperoncino

La raccolta avviene scalarmente, asportando solo bacche tenere e mature.  Che sia verde o colorato è solo una questione estetica.

Della serie anche l’occhio vuole la sua parte, per le coltivazioni professionali, l’uniformità di colorazione è fondamentale.

Peperoncino: come si propaga

Per seme è la modalità più diffusa, possibili anche la talea e l’innesto, poco praticato per difficoltà e insuccessi.

Peperoncino: malattie e parassiti

La prevenzione è il primo strumento di difesa da funghi e parassiti: buona pratica agronomica e cura del terreno.

Bisogna difendersi da: peronospora, verticillium, fusarium, marciumi, oidio, afidi, trialeurodidi, piralidi, ragnetto rosso.

Curiosità sul peperoncino

Il grado di piccantezza è da attribuire al livello di capsicina contenuto nella placenta del frutto e non nei semi come spesso si crede. Ha proprietà rilevanti dal punto di vista medico e costituente dello spray al pepe.

Il frutto in cucina ha vari impieghi, fresco, essiccato, affumicato cotto o crudo…brucia già il palato!

Se il palato brucia tanto, evita l’acqua: mangiare mollica di pane o bere latte freddo rappresentano il rimedio giusto.

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Coltivare il peperoncino: tutti i segreti per bacche perfette ultima modifica: 2019-05-30T11:50:46+00:00 da Francesco Mauriello

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