Come coltivare il rabarbaro: dalla semina alla raccolta

coltivare il rabarbaro

Vorresti coltivare nel tuo orto una pianta che sia non solo ornamentale, ma anche particolare e poco comune in Italia? Imparare come coltivare il rabarbaro potrebbe essere la soluzione che fa per te.

Non confondere il sapore del rabarbaro con quello delle omonime caramelle. Le caramelle, infatti, hanno un sapore amaro perché derivano dalle radici della pianta. Una volta che la coltiverai nel tuo giardino, invece, potrai consumare le sue coste, dal sapore molto più gradevole e perfette da usare in cucina.

Il rabarbaro ha anche un valore aggiunto: è facilissimo da coltivare, sia in vaso sia a terra.

In questo articolo ti spiegheremo tutto quello che c’è da sapere su questa pianta e su quello che ti servirà per farla crescere al meglio.

Iniziamo!

Indice

Rabarbaro: caratteristiche generali

Il rabarbaro, appartenente alla famiglia delle Polygonaceae, è una pianta erbacea perenne e rizomatosa, ovvero con il fusto principale ingrossato, orizzontale e sotterraneo. Da questo fusto ogni anno si sviluppa un nuovo apparato vegetativo che può arrivare anche ad un’altezza di 2m.

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IL rabarbaro è una pianta erbacea perenne e rizomatosa

Le foglie sono di un bel verde e possono raggiungere una larghezza di 80cm; hanno dei lunghi piccioli cilindrici, carnosi e di colore rossastro, con i margini dentati. Questi piccioli, chiamati anche coste, sono la parte commestibile della pianta, mentre le foglie sono da evitare: la quantità di acido ossalico presente, infatti, le rende non edibili.

I fiori, invece, possono essere bianchi o giallastri e sono composti da sei tepali, ovvero da foglie che potrebbero formare sia la corolla, sia il calice. La fioritura avviene nel mese di aprile.

Il frutto del rabarbaro è una noce trigona, con spigoli e una parte membranosa.

La pianta è originaria dell’Asia, dove veniva impiegata a scopo sia medicinale sia alimentare.

Come abbiamo detto, il rabarbaro è molto semplice da coltivare. Vediamo dunque nel dettaglio di cosa ha bisogno.

Coltivare il rabarbaro: clima e terreno

La prima cosa che devi valutare prima di intraprendere questa coltivazione è senza dubbio il clima. Questo perché è una pianta che mal sopporta il caldo, prediligendo invece zone dal clima mite. Le regioni più indicate per questa coltura, dunque, sono quelle dell’Italia settentrionale: il rabarbaro, infatti, resiste benissimo al freddo più rigido, semplicemente entrando in stasi vegetativa.

Se ti trovi al centro o sud Italia, comunque, puoi comunque provare a coltivare il rabarbaro, avendo l’accortezza di piantarlo in un punto ombroso o in mezz’ombra. Successivamente, ti consigliamo di monitorarlo durante i mesi più caldi, perché a causa delle elevate temperature potrebbe appassire facilmente.

Il rabarbaro non è particolarmente esigente per quanto riguarda il terreno in cui verrà piantato. Tuttavia, alcune caratteristiche del suolo potrebbero favorirne la crescita. Ecco come dovrebbe essere:

  • leggero
  • organico
  • drenante

Inoltre, ti consigliamo di lavorare il terreno prima di procedere con la messa a dimora del rabarbaro: elimina le erbacce e zappalo per almeno 20cm, in modo da lasciare al suo apparato radicale abbastanza spazio per svilupparsi.

Dopo di che, procedi con una prima concimazione utilizzando compost, letame o altro materiale organico; questo è necessario perché il rabarbaro ha bisogno di un costante apporto di azoto e potassio.

In ultimo, il terreno su cui pianterai questa pianta dovrebbe essere completamente organico, quindi non usare pesticidi, erbicidi o fertilizzanti chimici.

Coltivare il rabarbaro: messa a dimora

Il momento migliore per piantare il rabarbaro è intorno al mese di febbraio (scopri altre interessante colture invernali con cui arricchire il tuo orto).

L’importante è che sia tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, nel primo momento utile in cui il terreno non gela più.

coltivare il rabarbaro

Per mettere a dimore il rabarbaro il momento ideale è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera

Ci sono tre modi in cui si può iniziare la coltivazione di questa pianta:

  • partendo dai semi. In questo caso, a marzo, dovrai piantarli in un vaso o in semenzaio, per poi trapiantarli a maggio o aprile nell’orto. Partire dal seme significa che dovrai avere più pazienza: dovrai infatti aspettare almeno tre anni prima che la pianta diventi produttiva
  • dividendo i rizomi. Questa tecnica è utile se hai già delle piante di rabarbaro; ti basterà espiantarne una e dividere il cespo in diverse parti. Successivamente, potrai piantare ognuna di queste parti per dare vita ad altrettante nuove piante, preferibilmente in primavera o all’inizio dell’inverno
  • trapiantando una piantina Ti consigliamo, in questo caso, di procedere con la messa a dimora tra il mese di aprile e maggio

Qualunque sia la tecnica da te scelta, dovrai comunque scavare nel terreno dei buchi di almeno 10cm e distanziarli tra loro di almeno un metro. Se deciderai di fare un sesto d’impianto, ricorda di lasciare almeno 2m di spazio tra le diverse file, per permettere alle piante di crescere con il giusto vigore.

Ricorda che, a meno che tu non parta dal seme, il tuo rabarbaro impiegherà due anni per diventare produttivo. Alcune piante rimangono produttive per almeno vent’anni, quindi sarà un’attesa decisamente ben ripagata.

Coltivazione del rabarbaro: cure colturali

Una delle più grandi qualità di questa pianta è senza dubbio il suo non avere bisogno di eccessive cure colturali e l’essere in grado di essere di produrre moltissimo pur senza richiederti troppo tempo ed energie.

Naturalmente, avrai comunque qualcosa da fare, altrimenti che gusto c’è?

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Iniziamo dall’irrigazione: nel periodo successivo alla messa a dimora, dovrai avere cura che il terreno sia sempre umido, per poi diradare sempre di più l’apporto d’acqua man mano che la crescita prosegue. Dovrai aiutare il rabarbaro con innaffiature costanti solo in caso di siccità prolungata.

Occupati una volta l’anno della concimazione, utilizzando del compost, dell’humus o dello stallatico.

Due volte l’anno, in primavera e in autunno, dedicati alle operazioni di pacciamatura usando fieno e letame di mucca; in questo modo eviterai la formazione di erbacce vicino alla pianta.

Se noti che l’albero sta diventando troppo folto, cima la chioma.

Rimuovi i polloni eccessivamente grandi, aiutando così il tuo rabarbaro a crescere senza che le sue energie vengano disperse.

Presta particolare attenzione al curculione del rabarbaro, un parassita grigio chiaro di piccole dimensioni. Se dovessi individuarli sugli steli della tua pianta eliminali uno per uno, senza usare alcun tipo di pesticida.

Coltivare il rabarbaro: raccolta

Sei arrivato fino a qui, piantando il tuo rabarbaro e occupandoti di lui per il tempo necessario. Ora puoi procedere alla raccolta.

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Raccogliere il rabarbaro: ecco come fare

Come abbiamo detto prima, puoi utilizzare diverse parti di questa pianta:

  • le coste vanno tagliate dal mese di aprile sino all’autunno, fermandoti solo nei mesi più caldi. Tagliale quando sono arrivate alla loro massima lunghezza, cioè intorno ai 25cm e, per farlo, usa un coltello affilato al livello del terreno. Per non depredare troppo la tua pianta, ti consigliamo di raccogliere una foglia su tre, quella con il gambo più grosso. Le coste possono essere usate in cucina, soprattutto nella preparazione di dolci, marmellate e gelati
  • dalla radice, invece, potrai ricavare degli estratti per fare amari o caramelle

Se sei insicuro sul momento in cui sarebbe meglio smettere di raccogliere i gambi del rabarbaro, osserva le loro dimensioni: quando iniziano a diventare sottili, significa che è il momento di aspettare l’anno prossimo.

Coltivare il rabarbaro in vaso

Se non dovessi avere un orto o un giardino in cui coltivare il rabarbaro, potresti provare a cimentarti con la coltivazione in vaso.

Ti servirà un contenitore provvisto di drenaggio, abbastanza grande da riuscire a sostenere lo sviluppo di questa pianta e del suo apparato radicale.

Inoltre, dovrai stare più attento e costante sia per quanto riguarda l’irrigazione sia per quanto riguarda la concimazione, sempre senza esagerare.

Il rabarbaro in vaso è sì coltivabile sul tuo balcone, ma ti avvisiamo: non darà mai gli stessi risultati, in termini di bellezza e di produttività, di quello messo a dimora nell’orto. Nonostante questo, tentar non nuoce!

 

Sai tutto. Sei pronto per coltivare questa pianta così poco diffusa nel nostro paese e a divertirti usando le coste raccolte in cucina.

Buon lavoro!

 

 

 

 

 

 

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Come coltivare il rabarbaro: dalla semina alla raccolta ultima modifica: 2019-04-22T16:00:20+00:00 da Giulia Corrias

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