Albero di mandorle: come si coltiva? Ecco cosa fare e quando

albero di mandorle
L’albero di mandorle è una pianta particolarmente longeva che, nell’aspetto, richiama un po’ il pesco.
Fa parte della famiglia delle Rosacee e del gruppo delle drupacee, tanto che il suo frutto è una drupa composta da due parti, una esterna e dai semi che sono il frutto che tutti noi conosciamo come mandarle.
Nonostante la sua grande diffusione in Italia e in tutta l’area mediterranea, questo l’albero di mandorle nasce in Asia, si diffuse nell’antica Grecia e arrivò nel sud del continente europeo con l’Impero Romano e le invasioni arabe. Col tempo, la pianta è arrivata anche nelle Americhe e in Oceania, dove è riuscita a trovare il clima giusto per svilupparsi e prosperare.
A testimonianza del fatto che, soprattutto nel nostro paese, le condizioni per la sua crescita sono ottimali, possiamo dire che fino alla metà degli anni ’50 del secolo scorso, la Sicilia deteneva il primato mondiale per la produzione di mandorle.
In questo articolo vedremo come coltivarlo e quali cure riservargli affinché cresca sano, forte e capace di produrre dei frutti di qualità.
Iniziamo!

Indice

Albero di mandorle e la sua coltivazione: le basi

Come sicuramente sarà noto ai più, il clima mediterraneo ben si presta alla coltivazione dell’albero di mandorle perché si tratta di una pianta particolarmente resistente sia al caldo (anche quello particolarmente secco) che alle temperature moderatamente fredde.

albero di mandorle

L’albero di mandorle può essere coltivato praticamente ovunque in Italia, tranne che per le zone alpine

Ciò che non tollera, infatti, sono le gelate e i venti troppo forti. Le gelate, infatti, possono causare la morte dei sui fiori e azzerare completamente la produzione di frutti, così come il vento può diventare un ostacolo alla fioritura perché impedisce il volo degli insetti designati alla loro impollinazione.

Gli accorgimenti per evitare questi danni esistono e sono tanti, cosa che rende il mandorlo una pianta coltivabile e produttiva praticamente ovunque in Italia, fatta eccezione per le zone alpine.

Il terreno giusto

Nella scelta del terreno giusto per l’albero di mandorle non esiste un’indicazione univoca, perché molto dipenderà dal tipo e dalla dimensione del portainnesto che è stato scelto per la sua coltivazione.

In generale, quello che si può dire è che i portainnesti che vengono scelti più comunemente per il mandorlo hanno bisogno di:

  • un buon drenaggio
  • un impasto medio
  • una forte componente organica

Come scegliere il portainnesto?

Tradizionalmente, il portainnesto più comune per questo albero era il franco di mandorlo; oggi, è particolarmente diffuso anche il franco di pesco, ma anche quello di susino o mirabolano; se, invece, la vostra è una coltura di tipo intensivo, quello che dovreste scegliere è un portainnesto nanizzato, che però non si presta troppo a una coltura di tipo biologico.

Quando e come mettere a dimora l’albero di mandorle

Mettere a dimora l’albero di mandorle segue le stesse regole generiche che si usano per gli alberi da frutto.

In sostanza, si scava una buca bella larga delle dimensioni di 70 x 70 x 70 centimetri. Alla terra prodotta dallo scavo sarà necessario mischiare compost e letame.

Se scegliamo di piantare delle piante a radice nuda, dovremo praticare l’inzaffardatura: si tratta dell’immersione dell’apparato radicale all’interno di un recipiente colmo di acqua, terra fine e letame. Questo composto aiuterà a idratare le radice, sostenendole nel loro processo di attecchimento.

L’albero va piantato dritto e il punto di innesto dovrà essere lasciato fuori dalla superficie del terreno per evitare che il nesto emetta delle radici a sua volta, portando alla morte del portainnesto.

La pianta di mandorlo può essere acquistata in due diverse versioni, ovvero con il proprio pane di terra o a radice nuda.

Nella prima variante, la pianta va messa a dimore in primavera, ma il margine di tempo con cui lavorare è abbastanza ampio; nel secondo caso è indicato fare questo trapianto durante il periodo di riposo vegetativo, che avviene tra l’autunno e l’inverno (ma in questo caso evitate il periodo delle gelate più forti).

Quali sono le cure da dedicargli?

Le cure da dedicare al vostro albero di mandorle sono quelle canoniche e ora andremo a vederle nel dettaglio.

Partiamo dall’irrigazione. In genere, il mandorlo non deve essere irrigato, ma se si vuole avere una produzione soddisfacente l’ideale sarebbe organizzare un’annaffiatura a goccia almeno per i primi anni, soprattutto nel caso si abbia un impianto.

Per quanto riguarda, invece, la concimazione, quello che bisogna fare annualmente è distribuire le seguenti sostanze:

  • stallatico pelletato
  • farine di roccia
  • solfato naturale di potasso e magnesio
  • cenere di legna
  • macerato di ortica

Il periodo in cui va effettuata la distribuzione è quello del periodo della ripresa vegetativa, ovvero alla fine dell’estate; questo è il momento in cui le piante devono accumulare le giuste riserve per fronteggiare l’inverno.

Per quanto riguarda la pacciamatura (puoi leggere cosa è in questo articolo), l’albero di mandorle ne ha bisogno soprattutto nei primi anni di vita, quando l’erba può effettivamente essere un pericolo per il benessere della pianta.

albero di mandorle

Per avere buoni frutti è necessario dare al mandorlo le giuste cure

La potatura, invece, richiede molta attenzione, soprattutto nel periodo di gioventù della pianta e si effettua sia per dare una forma alla pianta, si per regolarne la salute e la produzione.

La potatura di forma è essenziale quando si coltiva la pianta in vaso, cosa che darà una buona illuminazione alla pianta.

La potatura di produzione, invece, va effettuata dopo i primi 3 anni dalla messa. dimora e servono per dare una formazione dello scheletro della pianta; quando, invece, la produzione di frutti è avviata, la potatura serve a dare un certo equilibrio tra la parte vegetativa e quella produttiva.

Minacce e malattie

Gli alberi di mandorle sono soggetti all’attacco di numerose patologie e parassiti.

Le patologie più comuni del mandorlo sono quelle che colpiscono anche le altre drupacee, nello specifico:

  • Moniliosi: ovvero una patologia che danneggia fiori, germogli e rametti della pianta facendoli seccare che disseccano
  • Corineo: una malattia che lascia delle piccole macchie circolari sulle foglie e sui rami e sui frutti
  • La bolla: in genere associata al pesco, questa malattia colpisce anche i mandorli e si manifesta sulle foglie con la presenza di effettive bolle, portando alla caduta sia di fiori che di frutti

Per quanto riguarda i parassiti, i più comuni sono le cimicette del mandrolo (risolvibili con con trattamenti a base di piretro naturale) e gli afidi.

 

Allora, sei pronto a rimboccarti le maniche e avere gustosissime mandorle direttamente dal tuo mandorlo?

Buon lavoro!

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Albero di mandorle: come si coltiva? Ecco cosa fare e quando ultima modifica: 2020-11-25T10:00:23+00:00 da Giulia Corrias

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