Santoreggia: come coltivare questa interessante pianta officinale

La santoreggia (Satureja hortensis) è una pianta aromatica che appartiene alla famiglia delle Labiatae, ovvero la stessa a cui fanno riferimento sia menta che maggiorana.

Si tratta di una pianta annuale, ovvero di un esemplare che compie esaurisce il proprio ciclo vitale nel corso di un anno o di due stagioni; sebbene cresca in modo assolutamente autonomo, la santoreggia può essere coltivata sia in vaso che in terra ed è proprio di questo aspetto, quello della coltivazione, che ci occuperemo in questo articolo.

Iniziamo!

Indice

Santoreggia: varietà e caratteristiche

Diffusa particolarmente nelle zone dell’Italia centrale e settentrionale, le specie principali di questa pianta sono due:

  • Santoreja hortensis
  • Satureja montana

La prima è la variante annuale (ovvero il cui ciclo di vita dura 12 mesi) e addomesticabile che fiorisce in estate; dall’aroma delicato e simile all’origano, i suoi semi sono in grado di crescere ovunque anche negli interstizi più nascosti e danno vita a dei bellissimi fiori bianchi.

La seconda, invece, è una pianta perenne che ha, invece, un aroma deciso e piccante; i suoi fiori, che hanno una colorazione che fa dal viola al rosa, spuntano sulla sommità dei rami della pianta.

Santoreggia, una pianta che si adatta a ogni clima

Gli esemplari di ogni specie hanno un’altezza modesta che si aggira tra i 30 e i 50 cm; in genere si presenta come un arbusto che forma dei cespugli con foglie di forma lanceolata e fiorellini di diversa colorazione a seconda della varietà.

Usata come pianta aromatica per insaporire sia carne che pesce, la santoreggia viene sfruttata anche per la creazione di bevande alcoliche e liquori, proprio come il Vermouth. In più, le vengono attribuiti diverse proprietà benefiche e terapeutiche che vengono tramandate dall’epoca dell’antica Grecia.

Sfruttata come olio essenziale (qui trovi la nostra guida al processo di estrazione) , la santoreggia è usata anche in ambito cosmetico.

Come si coltiva la santoreggia?

La santoreggia, come dicevamo in apertura, è una pianta aromatica particolarmente semplice da coltivare e che non ha bisogno di troppe cure per crescere sana e forte.

Per assicurarvi di avere una pianta resistente e produttiva, clima e terreno avranno, come sempre, un ruolo fondamentale: nonostante resista benissimo alle temperature più rigide, infatti, la santoreggia predilige zone particolarmente soleggiate e potrà essere coltivata in qualsiasi tipo di terreno purché sia privo di ristagni idrici.

Sistemati questi due elementi, possiamo procedere con la semina vera e propria: la santoreggia presenta dei semi di piccolissime dimensioni, che vanno piantati in primavera. Vedrete che germoglieranno in poco tempo e con estrema facilità.

Per la semina in orto è indicata la tecnica dello spaglio; assicuratevi che ci siano almeno almeno 25-30 cm di distanza tra una pianta e l’latra, mentre lo spazio da lasciare tra una fila e l’altra deve essere di 50 cm.

Qualora invece si volesse piantare in vaso, la semina dovrà essere portata avanti tra febbraio e marzo per poi fare il trapianto in primavera.

Dopo la semina, ovviamente, sarà necessario annaffiare le piantine con regolarità e questo, più o meno, sarà il vostro unico compito durante questa fase della coltivazione.

Riproduzione e propagazione della santoreggia

Per ottenere nuove piante di santoreggia, avete due strade percorribili, che sfruttano due tecniche di riproduzione diverse:

  • La divisione dei cespi
  • La talea

Vediamole nello specifico.

Santoreggia e la divisione dei cespi

La divisione dei cespi, come i più esperti sicuramente sapranno, è una tecnica usata in particolare per le piante aromatiche, proprio come la santoreggia.

Questa semplice tecnica si usa durante il momento del riposo vegetativo o del rinvaso e prevede l’estrazione della pianta dal terreno e l’individuazione di cespi produttivi che poi verranno liberati e piantati in vasi singoli o in terra.

Santoreggia e talea

Anche la talea è una pratica molto usata quando si ha a che fare con piante aromatiche e, anche in questo caso, siamo davanti a una esecuzione piuttosto semplice: una volta scelto un ramo che parte dalla parte bassa della pianta, questo verrà reciso e lasciato in acqua per qualche giorno. Successivamente, verrà sistemato in vaso o in terrà affinché possa mettere radici.

Cure culturali della santoreggia

Come abbiamo detto in apertura, la santoreggia è una pianta che ha bisogno di una manutenzione minima, ma conoscerne le esigenze non può che aiutarvi nell’ottenere piante sane e produttive.

Vediamo quali sono.

Erbacce e pacciamatura

Per quanto riguarda il problema delle erbacce il problema è di facile gestione: trattandosi di una pianta che si articola in cespugli e arbusti, sarà relativamente facile proteggere la santoreggia dalle erbacce. Per farlo, si può sfruttare la sarchiatura, operazione che aiuterà anche il terreno ad ossigenarsi.

Per quanto riguarda la pacciamatura, invece, questa può essere effettuata con la paglia e aiuta notevolmente nel ridurre i diserbi estivi e nell’evitare che si crei ghiaccio nelle zone vicine alle radici durante l’inverno.

La santoreggia ha bisogno di cure minime, ma ben somministrate

Irrigazione

La santoreggia è una pianta che non teme la siccità, ma che al contrario teme profondamente i ristagni idrici.

Il consiglio che vi diamo è quello di annaffiarla solo in estate, ma facendo particolare attenzione alla gestione dell’acqua: optate per un apporto ridotto e frequente.

Parassiti e malattie

La santoreggia non è soggetta a particolari minacce che possono comprometterne la salute, tanto che può essere coltivata in orto senza usare fitofarmaci o preparati naturali.

L’unica minaccia è quella dettata dal marciume radicale, ma questo è facilmente evitabile piantandola in terreni ben drenanti e gestendo in modo ottimale l’irrigazione.

 Le proprietà benefiche della santoreggia

Come tante altre erbe aromatiche, oltre a essere ricche di sali minerali (come calcio, fosforo, sodio, potassio, ferro, selenio e zinco) e fibre alimentari, la santoreggia ha anche svariate proprietà benefiche come:

  • Azione antibatterica e antivirale
  • Proprietà afrodisiache
  • Aiuta il cuore e riduce il colesterolo
  • Favorisce la digestione e protegge l’apparato gastrointestinale
  • Azione antinfiammatoria ed espettorante
  • Antiossidante naturale
  • Lenisce il prurito in caso di punture di vespe
  • Benefici cosmetici su pelle e capelli

Ovviamente, per quanto non ci siano importanti controindicazione nell’uso della santoreggia e dei suoi oli essenziali è molto importante consultare il proprio medico curante prima di utilizzarla, soprattutto in caso di allergie particolari.

 

Facile da coltivare, bella da vedersi e con un’azione tutt’altro che trascurabile sul nostro corpo: la santoreggia è sicuramente una pianta da aggiungere al vostro orto.

Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!

SEGNALA ARTICOLO


Santoreggia: come coltivare questa interessante pianta officinale ultima modifica: 2019-03-11T17:32:55+00:00 da Giulia Corrias

Articoli correlati