Rischi ambientali: qual è la situazione del nostro pianeta?

Rischi ambientali

Risale a qualche giorno fa la notizia dell’ennesimo disastro ambientale che coinvolge il nostro Pianeta.

In Canada, infatti, la petroliera SeaRose FPSO ha subito un’ingente perdita di oro nero, versandone circa 250.000 litri nell’Oceano.

Date le condizioni climatiche avverse (vento e pioggia) e la marea, la rimozione del petrolio dal mare risulterà un’operazione lunga e complessa che, inevitabilmente, andrà a colpire duramente l’ecosistema presente.

Certo, non è la prima volta che disastri simili succedono, ma purtroppo il nostro Pianeta è sempre meno resistente a simili attacchi e il tempo per invertire la rotta si fa sempre più ridotto.

In questo articolo vedremo insieme quali sono i rischi ambientali che minacciano di più il futuro della Terra e, in maniera estremamente connessa, anche il nostro.

Indice

Rischi ambientali: cosa sta succedendo?

La nostra vita ha ritmi frenetici, è vero: l’attuale momento storico ci mette davanti a talmente tante difficoltà che molto spesso non abbiamo la sensibilità giusta per guardare le cose da una prospettiva più ampia e completa ed è per questo che, spesso, il problema dei rischi ambientali non è particolarmente sentito o vissuto come qualcosa da combattere quotidianamente.

Nonostante la nostra percezione, però, i rischi ambientali risultano per il secondo anno di fila al primo posto nel Global Risk Perception Survey.

È stato chiesto a 1000 esperti di mettere in ordine di importanza i primi 30 rischi che minacciano le nostre esistenze in termini di modalità e impatto e l’ambiente e il clima si sono guadagnati il gradino più alto del podio.

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I rischi ambientali sono una minaccia concreta per il futuro di tutti

Insomma, se c’è qualcosa di cui preoccuparsi al momento, la lista è la seguente:

  • eventi estremi
  • disastri naturali
  • mancanza di adattamento al cambiamento climatico
  • perdita della biodiversità
  • estinzione di specie vegetali e animali
  • disastri provocati direttamente dall’uomo

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i fattori che mettono e metteranno più a rischio la salute dell’ambiente e la nostra.

Eccesso di azoto: che prezzo ha il nostro lavoro?

L’eccesso di azoto è un fenomeno che riguarda da vicino il mondo dell’agricoltura, dato il suo eccessivo impiego in numerose pratiche di fertilizzazione; puntare il dito soltanto contro il settore primario sarebbe comunque erroneo perché l’azoto viene prodotto dalla combustione fossile e liquida (vedi carbone, gas e petrolio) impiegata in moltissimi cicli di produzione industriale e nell’uso di mezzi di trasporto.

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L’azoto è uno dei gas che causa l’effetto serra e che viene prodotto per numerose pratiche agricole

L’azoto prodotto in quantità eccessive ha un fortissimo impatto sull’ambiente, andando a creare numerose problematiche come:

  • eutrofia o ipossia da azoto sull’habitat costiero (flora e fauna)
  • perdita di biodiversità nel sistema idrico marino, terrestre e lacuale
  • inquinamento delle falde
  • inquinamento di fiumi e laghi da eutrofia e acidificazione
  • danni alla salute dell’uomo da aerosol e ozono nella troposfera
  • deforestazione, diminuzione dei raccolti e della produttività del suolo dovuti a deposito di azoto o ad abuso di fertilizzanti
  • cambiamento climatico globale e assottigliamento della stratosfera, ovvero della parte di ozono che protegge dai raggi ultravioletti

Dalle alghe tossiche all’effetto serra, come possiamo vedere i danni legati dall’eccessiva produzione di azoto sono tanti e sono difficili da gestire.

Itticoltura e Molluschicoltura: silenziose minacce per le nostre acque

L’itticoltura e la molluschicoltura sono le pratiche di allevamento dei pesci e dei molluschi.

Questi due settori hanno subito una forte impennata, tanto che più della metà del pescato destinato al consumo umano è frutto di allevamento d’acqua intensivo, cosa che, proprio come l’allevamento su terra, ha un fortissimo impatto sull’ambiente.

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Acque inquinate e specie a rischio: ecco i rischi dell’allevamento eccessivo

Per quanto il settore cerchi di trovare tecniche sostenibili che abbiano un impatto minimo sull’emisfero acqueo, le sostanze usate (come mangimi, medicinali e biocidi) causano notevoli alterazioni all’ecosistema.

In più, sono le modalità stesse di allevamento a causare ulteriori danni che vanno dall’introduzione di specie non autoctone (con gli allevamenti a gabbia) alle alterazioni genetiche dovute all’uso di specifici farmaci.

Niente più barriera corallina e oceani inquinati: tutto questo è davvero necessario?

Detriti e oceani: un binomio da evitare assolutamente

Non sono soltanto gli allevamenti intesivi le attività che mettono a dura prova le acqua salate: un altro fattore di rischio sono, infatti, i detriti di piccole dimensioni che (troppo) spesso vengono rilasciati in mare.

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Piccoli detriti, ma grandi problemi per l’Oceano

E, al contrario di quanto si possa pensare, sono proprio le modeste dimensioni a renderli più pericolosi: essendo piccoli, infatti, possono essere facilmente ingeriti dalla fauna causando gravissimi scompensi ambientali in intere specie.

La prossima estate pensiamoci bene prima di buttare qualsiasi rifiuto in mare!

Lo scioglimento dei ghiacciai perenni: una disfatta per tutti

Che la zona artica stia subendo un velocissimo cambiamento è un dato di fatto supportato da numerose prove: l’anomalo surriscaldamento del Pianeta, infatti, sta dando vita a un processo di scioglimento problematico e pericoloso che deve essere contrastato e invertito velocemente.

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Preservare i ghiacciai è un compito che ci riguarda tutti

I principali autori di questa mutazione sono, senza dubbio, i gas a effetto serra come azoto e metano e le conseguenze possono essere disastrose sia per la terra (con la scomparsa di intere specie animali artiche) che per il mare (con l’acidificazione degli oceani).

Vogliamo davvero immaginare cosa succederebbe se tutti i ghiacciai si sciogliessero nei prossimi 50 anni?

Come fare in modo che tutto questo non succeda: VIA & VAS

Salvaguardare il Pianeta nell’epoca dell’industrializzazione e dello sfruttamento selvaggio delle risorse potrebbe sembrare un’operazione romantica, una di quelle da “vorrei, ma non posso” perché, per quanto nobile, richiederebbe un impiego di risorse e tempo che spesso non abbiamo a disposizione.

In realtà non dobbiamo tutti dedicarci all’attivismo più sfrenato per invertire la rotta, ma basta seguire le giuste norme a nostra disposizione per iniziare a fare la differenza.

Nello specifico, parliamo di VIA (Valutazione dell’Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ovvero due strumenti voluti dalla Comunità Europea che hanno l’obiettivo di proteggere l’ambiente dall’impatto che lo sviluppo umano può causare.

Nonostante abbiano lo stesso fine, queste due misure hanno diverse applicazioni (ovvero oggetto della valutazione e fase del progetto).

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Salvaguardia dell’ambiente: si può fare!

VIA

La VIA, Valutazione dell’Impatto Ambientale, è una misurazione che si effettua esclusivamente in fase di progettazione e si applica a singole opere; in questa fase è più semplice individuare scientificamente i potenziali impatti ambientali causati dalle potenziali messe in opera.

Questa valutazione si basa sulla prevenzione del rischio, che viene studiato con l’obiettivo di trovare soluzioni più compatibili.

VAS

La VAS, Valutazione Ambientale Strategica, è un processo che ha il fine di valutare gli effetti dello sviluppo di piani e programmi territoriali e di analizzare gli effetti ambientali che possono verificarsi con la messa in opera di piani e progetti su vasta scala, prevedendone le potenziali risposte ambientali.

Il rapporto ambientale, frutto della valutazione, ha una grande importanza e diventa un vero e proprio supporto decisionale: dà, infatti, un grandissimo valore alle precauzioni ambientali, che vengono messe sullo stesso piano di quelle politiche ed economiche.

Nel caso volessi approfondire l’argomento, trovi la normativa completa qui.

Questi sono solo 2 esempi di come possiamo evitare la disfatta più totale.

La salvaguardia del Pianeta non è una questione per pochi, ma una faccenda che riguarda tutti. Ogni giorno!

Basta davvero poco per fare la propria parte, prima che sia troppo tardi!

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Rischi ambientali: qual è la situazione del nostro pianeta? ultima modifica: 2018-11-28T09:14:30+00:00 da Giulia Corrias

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