Piante tessili: dalla natura le migliori fibre tessili

fibre tessili da piante

Le piante tessili erano in passato l’unica fonte di fibre tessili per tessuti e vestiti.

La loro importanza è andata scemando nel corso degli anni, con l’avvento delle fibre composte da materiali plastici, ma persiste una produzione con una grande importanza soprattutto in campo biologico ed ecologico.

Indice

Perché preferire le fibre da piante tessili?

In un mondo della moda ormai popolato da poliestere e acrilico, le piante tessili rappresentano la migliore qualità per quanto riguarda le fibre tessili naturali.

Dalle piante tessili si ricavano infatti filati robusti, anallergici e non tossici. Per questo è opportuno controllare sempre le etichette e preferire fibre tessili, soprattutto quando si scelgono capi d’abbigliamento per neonati e bambini.

Inoltre, per molte fibre tessili la colorazione avviene attraverso l’estrazione da altre piante: dalla rubia si ricava un rosso, dalla curcuma due tonalità di giallo, dall’indaco il colore blu… e l’elenco potrebbe continuare.

Si tratta di fibre al 100% ecologiche, nel rispetto dell’ambiente sia nella produzione che nello smaltimento.

Le fibre tessili più diffuse

Vediamo quali sono le fibre tessili più note ed utilizzate tutt’oggi, sia nell’abbigliamento che per altri usi.

Cotone

pianta di cotone

Il cotone (Gossypium herbaceum, L.) è la pianta tessile più diffusa al mondo per il suo utilizzo nel vestiario, nella biancheria da letto e nella biancheria da bagno.

Il cotone è una pianta igroscopica, ossia ha la capacità di assorbire l’acqua. Il cotone non nasce, però, con questa caratteristica: la peluria bianca che viene ricavata dalla pianta, composta per lo più da cellulosa, subisce un trattamento con sostanze basiche prima di poter diventare igroscopica.

Dalla pianta di cotone viene ricavato anche un ottimo olio efficace contro la secchezza della pelle.

Lino

lino

fonte: Wikipedia

Il lino comune (Linum usitatissimum L., 1753) è una pianta dai bellissimi fiori azzurro-cielo, conosciuta sin dall’antichità e apprezzata per i suoi usi cosmetici e per la produzione di fibre tessili.

La miglior produzione di fibra si ottiene nei paesi più freddi, anche se la pianta cresce bene in clima mite.

La pianta di lino si presta a ricavare dalle sue parti i tessuti per i vestiti, ma anche per la produzione di carta e corde.

I semi di lino sono invece alleati preziosi in campo cosmetico, per la salute di capelli e pelle, sia per uso alimentare, con una grande concentrazione di omega 3.

Ginestra

In pochi sanno che dalla pianta di ginestra odorosa (Spartium junceum, L.) è possibile ricavare una fibra tessile, con un’usanza storicamente radicata nel sud Italia, specialmente in Calabria.

I fiori gialli di ginestra sono ormai fissi nell’immaginario del tipico paesaggio collinare italiano. E’ proprio all’interno dei suoi rami, chiamati vermene, che si trova una fibra ottenuta per macerazione e utile per diversi scopi, dal cordame ai tappeti alle stuoie, fino all’industria automobilistica e alla bioedilizia.

Juta

JUTA

La juta è una fibra originaria dell’India e del Bangladesh, ora largamente diffusa in tutto il mondo per la produzione di sacchi, tele e cordame.

Così come il cotone, anche la juta ha la capacità di assorbire bene l’acqua. Per questo la juta è largamente impiegata nella produzione industriale, grazie alle sue qualità di resistenza e di ruvidità.

La fibra viene ricavata dal fusto della pianta, appartenente al genere Corchorus, con un’altezza massima di quattro metri.

Canapa

canapa

Conosciuta prevalentemente per altri scopi, come l’ottimo olio alimentare che se ne ricava, la canapa (Cannabis sativa L. 1753) ha un’origine davvero antica ed è citata varie volte nei testi sacri indiani.

La fibra viene raccolta dagli steli delle piante, ma non tutte le varietà si prestano a questo scopo. Quelle adatte alla produzione di fibra sono la Carmagnola, la CS, la Fibranova, la Eletta Campana, la Tiborszallasi.

Si ricorda che in Italia è consentita la sola coltivazione di semi di canapa con valori di TCH inferiori o pari allo 0,2%.

Ortica

ortica

Nonostante la ben nota proprietà urticante, la pianta di ortica (Urtica dioica, L.) è stata a lungo utilizzata per la produzione tessile soprattutto in passato.

Già dall’età del bronzo l’ortica era utilizzata per realizzare sudari funebri, come testimoniato da alcuni ritrovamenti avvenuti in Danimarca.

E’ dal 1800 in poi che la fibra tessile ricavata dall’ortica diventa di interesse industriale, e gli steli vengono macerati e poi utilizzati fino alla seconda guerra mondiale in larga scala per ricavare vestiti, cordame, sacchi e tele.

Ad oggi la produzione di fibra di ortica è cessata, sebbene siano in atto tentativi di recuperarne l’utilizzo.

Agave

agave

L’agave (Perrine 1938, ex Engelm) è una pianta di origine messicana impiegata in una delle sue varietà per la produzione di una fibra tessile chiamata Sisal.

Il sisal vanta una forte produzione per la realizzazione di corde, spaghi, ceste e tappeti soprattutto in Sud America. E’ composto per metà da cellulosa, emicellulosa, lignina, pectina e ceneri.

Dall’agave sisalana si ottengono inoltre cosmetici, pantofole e altri manufatti artigianali.

Kenaf

kenaf

fonte: naturalfibersinfo.org

Meno nota in Europa, ma molto diffusa nell’Asia occidentale, la fibra di Kenaf (Hibiscus cannabinus, L.) viene prelevata sia dalla corteccia che dal legno di questo arbusto tipicamente estivo.

La fibra ricavata dal kenaf viene impiegata per la produzione di corda, spago, tessuto simile a quello della juta e carta. Il legno della corteccia viene anche utilizzato come legno di isolamento e ingegnerizzato nelle costruzioni edilizie, così come per le lettiere e materiali assorbenti.

 

 

 

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Piante tessili: dalla natura le migliori fibre tessili ultima modifica: 2019-01-09T17:03:43+00:00 da Simona Ruisi

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