Perché l’innovazione è l’ancora di salvataggio dell’agricoltura

agricoltura innovativa

Tra l’acquisto di materiali, il mantenimento della produzione, la tassazione e gli imprevisti, soprattutto climatici, il budget a disposizione per investire nelle nuove tecnologie dell’agricoltura diventa davvero ristretto.

Fermarsi, però, non solo è sbagliato, ma è anche controproducente.

Le nuove tecnologie non sono un miraggio lontano e irraggiungibile; sono spese non indifferenti, è vero, ma senza questi sforzi ogni azienda del settore agricolo rischia di rimanere indietro, e nella peggiore delle ipotesi di andare incontro a un futuro disastroso.

Questo è il motivo per cui oggi è importante restare sempre aggiornati sulle nuove tecnologie dell’agricoltura.

Non solo modelli di business diversificati, quali agriturismi o colture ecosostenibili, ma anche, e soprattutto, nuovi macchinari e macchinari rinnovati: tutto questo deve rientrare nella conoscenza e nel budget di investimento di ogni imprenditore agricolo.

Quella che viene definita l’agricoltura 4.0 è fatta soprattutto di computer e smartphone. Dai sensori ai droni, dalle app che rilevano le condizioni delle colture e del terreno ai programmi per l’analisi dei dati.

E l’Italia, da sola, ha un mercato da oltre 100 milioni di euro sul settore delle tecnologie dell’agricoltura, corrispondente al 2,5% del totale mondiale, secondo i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dell’Università di Brescia.

Le nuove tecnologie dell’agricoltura riguardano tutti.

app agricoltura

Dai giovani imprenditori che avviano oggi la loro attività agricola ai coltivatori delle filiere che rivendono il loro prodotto alla grande distribuzione.

Non importa quanto solida sia l’azienda e da quanti anni sia in attività: non c’è produzione che non abbia miglioramenti introducendo le nuove tecnologie dell’agricoltura nel comparto lavorativo.

L’esempio più lampante riguarda proprio l’introduzione di sensori di rilevamento all’interno della coltura.

Chissà se, 30 anni fa, c’era già chi sognava di avere dati precisi sulle proprie coltivazioni restando comodamente a casa. Forse era impensabile, ma ora non solo è realtà, è necessità.

Proprio attraverso le app di agricoltura di precisione è possibile rilevare e incrociare dati sui fattori climatici e ambientali, sullo stato dell’inquinamento, sul fabbisogno idrico e nutritivo, sulla prevenzione delle patologie e sullo stato della produzione.

Con una sola applicazione si risparmiano realmente tempo e, soprattutto, denaro. Chi ha più coltivazioni, poi, può avere il pieno controllo sulla gestione dei propri prodotti, e quindi dei propri profitti.

Filippo Regna, il co-direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood, a proposito delle nuove tecnologie dell’agricoltura e dell’innovazione ha dichiarato: “L’innovazione digitale nell’agroalimentare si manifesta dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione, e può garantire competitività a uno dei settori chiave per l’economia italiana, che contribuisce per oltre l’11% del Pil e per il 9% dell’export.

Ha poi continuato sottolineando come il vantaggio diventa subito di tipo economico, sia come risparmio che come incremento degli affari: “L’Agricoltura 4.0 da un lato può ridurre i costi di realizzazione di prodotti di alta qualità, dall’altro far crescere i ricavi grazie ad una maggiore riconoscibilità o garanzia, ad esempio con sistemi di anticontraffazione o di riduzione dei prodotti non conformi esportati. Ma l’innovazione digitale consente anche di intervenire a supporto dell’intera filiera, garantendo sostenibilità a tutti gli attori del settore, inclusa la produzione in campo”.

Purtroppo, nonostante i dati chiari, gli investimenti nelle nuove tecnologie dell’agricoltura sono ancora molto bassi: solo sull’1% del terreno coltivato in Italia vengono realmente impiegate.

La colpa non è sicuramente solo degli agricoltori che non vogliono adattarsi ad un mondo in evoluzione: da un alto, molti sistemi stanno entrando in Italia solo adesso, dopo essere stati a lungo provati all’estero; dall’altro, le imprese agricole italiane sono soprattutto di media grandezza, e faticano pertanto a trovare fondi da spendere in investimenti che, a fronte degli innegabili vantaggi, hanno comunque un costo sostenuto.

L’auspicio è quello che, in un futuro quanto più vicino possibile, questi costi possano essere abbattuti da forti finanziamenti statali a favore della qualità della produzione e dell’innovazione, insieme ad un radicale cambiamento culturale che dovrà partire dagli stessi agricoltori.

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Perché l’innovazione è l’ancora di salvataggio dell’agricoltura ultima modifica: 2018-12-06T20:06:20+00:00 da Simona Ruisi

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