Malattie del fico: come riconoscerle e come curarle al meglio

malattie del fico

Hai bisogno di aiuto nel riconoscere quali sono le malattie del fico?

Leggendo questo articolo conoscerai le malattie del fico più importanti e anche come curarle.

Buona lettura.

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Indice

Il fico (Ficus carica, L. 1753)

Prima di vedere quali sono le malattie del fico, conosciamo meglio questa pianta, le sue caratteristiche e le sue necessità ambientali.

Il fico appartiene alla famiglia delle Moracee (come il gelso) ed è originario dell’Asia minore. Oggi cresce spontaneamente nei terreni incolti e rocciosi dell’Europa meridionale.

Nel nostro paese, il fico è diffuso negli orti familiari di diverse regioni centrali e meridionali. Nell’Italia settentrionale non viene praticamente coltivato soltanto in Liguria.

La coltivazione specializzata è molto circoscritta: circa il 75% dei fichi venduti sul mercato italiano provengono infatti da Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

Il fico è una pianta arborea che assume un portamento cespuglioso. Esistono sia fichi coltivati sia fichi selvatici. La specie selvatica (Ficus carica caprificus), denominata “caprifico”, ha un’altezza ridotta.

Per crescere, richiede molta luce. Il fico predilige, perciò, posizioni soleggiate e non tollera l’ombra nemmeno per poche ore durante la giornata.

Nelle regioni dell’Italia meridionale può essere coltivato anche in collina, fino a circa 700 m d’altitudine. Non sopporta il freddo: in inverno resiste fino ad una temperatura di -8 °C.

Il terreno più adatto per la crescita di questa pianta è un terreno fresco, mediamente ricco di sostanza organica, neutro oppure leggermente acido. Il pH ottimale è compreso tra 6,2 e 7,5.

Malattie del fico

Ora che conosciamo meglio il fico, vediamo quali sono le malattie principali che potrebbero colpire questa pianta e quali sono i migliori metodi per sconfiggerle.

Muffa grigia (Botrytis cinerea)

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La muffa grigia è una delle malattie del fico più temute. Viene comunemente riconosciuta con il nome di Botrite.

Essa è dovuta ad un fungo, il Botrytis cinerea. Si forma una moffetta grigiastra sui frutti che porta ovviamente i fichi a deteriorarsi e a non poter essere commercializzati.

Reca sicuramente un danno economico oneroso all’impresa agricola. La polpa dei fichi diventa molle e quindi marciscono rapidamente.

Le soluzioni a questa malattia sono di tipo agronomico e chimico.

La lotta agronomica si basa soprattutto sull’eliminazione delle cause di infezione. In generale occorrere evitare l’irrigazione soprachioma ed eseguire concimazioni con le giuste quantità di letame.

È bene inoltre asportare rapidamente i residui delle coltivazioni infette e i frutti già colpiti. Sarebbe meglio eliminarli con il fuoco.

Buona idea potrebbe essere anche l’adozione della pacciamatura, in modo da evitare che i frutti caduti a causa della malattia non vengano a contatto con il terreno.

La lotta chimica, invece, vede protagonisti degli interventi con cadenza dipendente dall’andamento climatico. È possibile utilizzare prodotti ad azione antibotritica, facilmente reperibili in commercio (per esempio, al consorzio agrario della tua zona).

Marciume radicale fibroso (Armillaria mellea)

Anche se non si può chiamare vera e propria malattia, il marciume radicale fibroso è un effetto di qualcosa che non è stato gestito al meglio.

Il fico, infatti, non sopporta i ristagni d’acqua e spesso il marciume radicale è proprio sintomo di un’irrigazione mal gestita o addirittura eseguita a volumi troppo alti.

Molto spesso, però, una delle cause principali del marciume può essere anche la pioggia abbondante che, su terreni tendenzialmente argillosi, non trova una via di fuga in breve tempo verso la falda acquifera e quindi rimane nel suolo oltre la capacità di campo.

Come abbiamo già detto in altri articoli, la capacità di campo è proprio la quantità massima di acqua che un terreno può accumulare. Se l’acqua presente è superiore alla capacità di campo, allora si ha ristagno idrico.

Il marciume radicale fibroso si manifesta con marciumi diffusi su tutto l’apparato radicale, talvolta anche sul colletto della pianta.

Le soluzioni a tale patologia non sono molte, se non quella di risolvere la causa principale dello stesso marciume. Quindi, per tale scopo, ti consiglio di leggere il nostro articolo su come evitare i ristagni d’acqua.

Mosca della frutta (Ceratitis capitata)

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La Mosca della frutta è un fitofago, cioè un insetto che danneggia gli alberi da frutto.

La si può riconoscere perché il suo corpo è identico a quello di una Mosca comune ma leggermente più grande, di colore bruno-dorato.

Per combattere la Mosca della frutta è importante sapere da cosa è provocato il danno.

Questo è provocato soprattutto dal buco che fanno le femmine per depositare le uova. Le uova rimangono dentro i fichi e, quando si schiuderanno, daranno vita a delle larve che rimarranno dentro il frutto e si nutriranno della sua polpa, scavando gallerie.

Come se non bastasse, il foro d’entrata può permettere anche l’intrusione di numerosi microrganismi che provocano i marciumi. Come conseguenza si avrà la caduta dei frutti e l’impossibilità di venderli.

Le soluzioni sono di natura preventiva e chimica.

La Zeolite, ad esempio, è un’ottima scelta nella lotta preventiva contro la Mosca della frutta in agricoltura biologica ma anche convenzionale.

Viene mescolata con acqua e Silicato di Sodio o Silicato di Potassio. In questo modo, tramite nebulizzazione si riesce a creare una patina sulla pianta che riesce a funzionare da barriera meccanica protettiva nei confronti della Mosca.

I trattamenti con Zeolite devono essere fatti a partire dalla prima metà di giugno e ripetuti ogni 15-20 giorni a seconda dell’andamento stagionale delle piogge in modo che, se dilavata, possiamo dare nuovamente protezione alla pianta.

I prodotti chimici, invece, da utilizzare contro la Mosca sono Fosforganici endoterapici, cioè che riescono ad entrare all’interno dei tessuti dell’oliva. Mi raccomando, fai attenzione ai tempi di sicurezza scritti sui prodotti che compri.

La lotta chimica può essere effettuata anche con esche alimentari avvelenate contro le femmine di Mosca dell’olivo, ma sono efficaci solo prima che queste inizino a deporre le uova, quindi a inizio estate.

Le trappole sono fondamentali per avere un’idea di ciò che sta avvenendo nel nostro oliveto e quindi per avere un monitoraggio della popolazione di Mosca dell’olivo che la infesta.

Ora sai veramente tutto sulle malattie del fico.

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Malattie del fico: come riconoscerle e come curarle al meglio ultima modifica: 2018-07-26T06:48:57+00:00 da Elia Valmori

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