Mal del piede dei cereali: identificazione e cura della malattia

mal del piede dei cereali

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Mal del piede dei cereali

Il mal del piede dei cereali è una malattia causata da un fungo, il Gaeumannomyces graminis, che può colpire il frumento, l’orzo e l’avena. Questa malattia si può riconoscere a causa di marciumi presenti sugli internodi alla base del fusto (culmo) e sulle radici della pianta. A livello radicale, inoltre, si possono notare delle maculature scure sulle quali si differenzia una tipica crosta nera.

Per quanto riguarda la parte aerea della pianta, questa, oltre ad ingiallirsi, si sviluppa poco e male. Ne consegue la diminuzione della produzione e quindi la forma più piccola delle cariossidi, le quali tendono a raggrinzire. Nei casi più gravi, la pianta si secca e muore.

Il mal del piede dei cereali si può manifestare in vari periodi dell’anno, specialmente quelli più piovosi come la primavera, e sia come attacco precoce che come attacco tardivo.

mal del piede dei cereali

Cause

Spesso il mal del piede si manifesta in appezzamenti mal sistemati dove, a causa del ristagno idrico, il suolo non riesce a sgrondare l’acqua in eccesso. Per tale motivo, è bene mettere in pratica una serie di pratiche agronomiche che possano essere la soluzione al ristagno d’acqua. Esistono anche cultivar più sensibili al mal del piede rispetto ad altre, le quali, seppur in terreni mediocri, tendono facilmente a contrarre questa malattia.

Il fungo portatore del mal del piede dei cereali supera l’inverno nei residui della vegetazione infetta e su Graminacee spontanee. In primavera, invece, riprende forza e attacca le radici della nuova coltura di frumento. Questo fungo si propaga solo in presenza di acqua e questo ci fa capire il perché questa malattia sia più comune in zone dove il clima è piovoso, in terreni soggetti a ristagni idrici e le temperature si aggirano intorno ai 12-20 °C.

La comparsa del mal del piede dei cereali, inoltre, è favorito da semine molto fitte che facilitano la diffusione del fungo attraverso le radici di piante diverse che possono venire in contatto nel suolo.

credits: coltivobio.com, Matteo Tarquini

Lotta

La lotta contro il mal del piede dei cereali è soprattutto di tipo agronomico e, solo raramente, in certi casi estremi anche di tipo chimico.

La lotta agronomica è sicuramente la più consigliata e più efficace, in quanto gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista preventivo. È importante, infatti, evitare il ristagno d’acqua tramite delle efficienti sistemazioni idraulico-agrarie e di un’accurata preparazione del letto di semina. Queste operazioni possono essere realizzate in poco tempo e soprattutto in modo molto economico. Per quanto riguarda la semina, inoltre, questa non deve essere troppo fitta. È bene adottare delle rotazioni colturali (con leguminose) e quindi non riseminare lo stesso cereale anche l’anno successivo. Nel caso ci si accorga che c’è stata un’infezione anche di bassa entità è bene, dopo la mietitura, distruggere le stoppie col fuoco.

Le precauzioni di tipo chimico (ma anche biologico) consistono principalmente in una buona concia delle sementi. Grazie alla concia si riesce ad abbassare, se non addirittura ad eliminare, il rischio d’attacco da parte del fungo. Eventualmente si voglia procedere con una concia chimica, si possono utilizzare i seguenti principi attivi: Maneb, Mancozeb, Thiram o prodotti endoterapici come il Triticonazolo. Per quanto riguarda l’agricoltura biologica, invece, prodotti interessanti per la concia sono la Zeolite e altre miscele di elementi naturali facilmente reperibili nel vostro consorzio agrario di fiducia.

La lotta chimica diretta non viene quasi mai messa in pratica perché è molto costosa e quasi mai risolutiva. Eventualmente si trattano le piante in fase di accestimento (cioè quando stanno per nascere nuovi germogli sul fusto primario). In questo caso si può combattere il mal del piede dei cereali tramite l’uso di Ciproconazolo, ma solo se già appaiono i primi sintomi.

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Mal del piede dei cereali: identificazione e cura della malattia ultima modifica: 2017-12-05T06:20:23+00:00 da Elia Valmori

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