Irrigazione a goccia: su quali colture applicarla?

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È ormai noto che il sistema di irrigazione a goccia apporta alla pianta, all’agricoltore e al terreno stesso numerosi benefici. Ovviamente però non è sempre consigliata, ci sono dei terreni e delle colture che sono più indicate per  questo tipo di irrigazione. C’è anche da aggiungere che in Italia non è ancora del tutto diffusa, ma passo dopo passo sta entrando sempre di più nelle colture nazionali.

L’irrigazione a goccia viene generalmente e maggiormente utilizzata nelle coltivazioni arboree ma negli ultimi periodi si sta rapidamente diffondendo anche nelle colture ortive o industriali.

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Una delle coltivazioni più adatte a questo tipo di irrigazione è sicuramente il pomodoro.

L’irrigazione a goccia sul pomodoro da industria non è certamente una novità.

In Puglia, per esempio, leader nella coltivazione di pomodori, viene effettuata da decenni con ottimi risultati.

L’irrigazione a goccia, che prevede interventi ravvicinati ma effettuati con precise e calcolate quantità d’acqua, consente alle piantine di pomodoro di avere uno sviluppo continuo senza momenti di stress e di arresto della crescita.

In questo modo i campi risultano omogenei e la maturazione più uniforme e anticipata anche grazie all’assorbimento rapido dei nutrienti solubilizzati e prontamente assimilabili, condizione chiave per una produzione di alto reddito.

I cambiamenti di clima e di mercato, uniti alla necessità di avvicinare la produzione agli stabilimenti di trasformazione hanno fatto diffondere la coltura anche al Centro Nord Italia.

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Un’altra coltura che si adatta molto bene all’irrigazione a goccia è il mais.

L’irrigazione a goccia del mais si propone di fatto oggi, come la tecnica più bilanciata dal punto di vista della gestione delle variabili in campo, in quanto permette, insieme alla nutrizione in fertirrigazione, di soddisfare la maggior parte dei fabbisogni della coltura.

La risposta della pianta di mais al mantenimento di un corretto stato idrico (che è quello appunto previsto da questo sistema) è molto positiva e si basa sulle risposte fisiologiche del mais stesso che, per esempio, se subisse stress a ridosso o durante la fioritura comporterebbe perdite sensibili di resa.

Possiamo affermare quindi che l’irrigazione a goccia applicata al mais rappresenta oggi una tecnica agronomica in grado d’incrementare rese, qualità e ovviamente note positive anche in termini di reddito.

La frutta a guscio (come il nocciolo, mandorlo, noce e pistacchio) che sta creando intorno a sé una grande approvazione non solo in termini di guadagno, si sta imponendo tra le colture con alta prospettiva di sviluppo anche grazie alle possibilità offerte dai sistemi irrigui a goccia, che permettono di affrontare le condizioni di carenza idrica stagionali.

In quanto a novità invece, il riso costituisce l’ultima frontiera esplorata tra le colture irrigate a goccia in Italia e anche nel mondo.

Certo, la risaia tradizionale esisterà comunque anche perché rappresenta la cultura dei luoghi in Italia, ed è giusto preservarla, ma la tecnica a goccia si candida per essere la tecnica irrigua del futuro della risicoltura.

Oltre a tutti questi tipi di colture elencate, l’irrigazione a goccia si sta diffondendo molto velocemente nelle aree dove la risorsa idrica è limitata perché consente di risparmiare acqua.

Il suo utilizzo è approvato anche in zone dove è richiesto un minore impiego di manodopera per le operazioni d’irrigazione e perché con essa soprattutto, è possibile conseguire migliori risultati produttivi in tantissimi tipi di terreni.

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Irrigazione a goccia: su quali colture applicarla? ultima modifica: 2017-06-28T15:22:50+00:00 da Noisiamoagricoltura

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