Gestire l’infertilità nei bovini. Consigli e rimedi

Infertilità del bovino

Il problema dell’ infertilità nei bovini da latte evidenzia negli ultimi anni un aumento particolarmente interessante. Questo problema non è legato solamente a ragioni genetiche, ma anche a fattori come l’alimentazione e la gestione dell’animale specialmente nelle fasi di asciutta, transizione e montata lattea.

Essendo un problema originato possibilmente da diverse cause, gli interventi per migliorare o risolvere del tutto il problema possono indirizzarsi su fronti differenti.

infertilità nei bovini

Nella maggior parte dei casi, i problemi di questo genere si possono risolvere con l’attività congiunta delle figure di alimentarista, veterinario e manager.

Tre figure importanti che unendo il singolo lavoro in modo adeguato possono risolvere in modo concreto questo deficit.

I motivi del peggioramento di fertilità in un animale sono spesso da imputare ad un ambiente e ad una gestione inadeguati, ad una marcata diminuzione della capacità di rilevare correttamente e tempestivamente i calori e ad un aumento del periodo di deficit energetico post­partum.

Sono tutti fattori estremamente cruciali che possono portare a seri problemi.

Soprattutto l’ultimo fattore citato, infatti, si è accentuato con l’aumento della produzione di latte e il suo prolungarsi determina un rallentamento della ripresa dell’attività ovarica; infatti il deficit energetico post­partum influenza grandemente l’attività metabolica globale determinando picchi di progesterone più bassi, questo portando ad una diminuzione della manifestazione dei calori e conseguentemente ad una più difficile rilevazione di questi.

infertilità nei bovini

CONSIGLI PER GESTIRE L’INFERTILITA’ NEI BOVINI

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Un primo passo per gestire l’infertilità nei bovini è partire proprio dalla base, ovvero facendo selezione genetica.

Per fare ciò è opportuno prendere in seria e sistematica considerazione i dati di fertilità nella gestione aziendale, cercando di ottenere una valutazione di tipo statistico del trend.

Quindi, ogni allevatore può chiedere all’Apa i dati della sua azienda, confrontare la propria situazione rispetto alla media della zona in cui si trova ad operare e di conseguenza apprendere se vi sono margini di miglioramento.

Sorpassando il problema genetico, si passa ad un aspetto prettamente veterinario.

Ovvero, a questo livello è molto utile iniziare a studiare e considerare i cambiamenti metabolici ed endocrini dell’animale.

Occorre essenzialmente monitorare e valutare l’andamento dell’ingestione di sostanza secca in prossimità del parto (a partire da circa 2­3 giorni prima), ricordando che l’ingestione raggiunge il minimo il giorno del parto, ma nei giorni successivi è necessario che torni ad incrementarsi progressivamente ed il più rapidamente possibile.

Apportare un’alimentazione corretta ed equilibrata è quindi fondamentale: il giusto apporto di macronutrienti (organici e minerali), la quantità e la qualità delle fibre ingerite, la somministrazione in giusta dose di additivi strategici quali Vitamina E, Vitamina A è da regolare con estrema attenzione.

È opportuno non eccedere oltre i fabbisogni necessari al bovino con le integrazioni, mentre si consiglia di fare molta attenzione nello scegliere alimenti assai poco inquinati da micotossine, nitrati e metalli pesanti.

È consigliato poi mantenere il giusto spazio in mangiatoia e gestire in modo corretto la corsia di alimentazione.

Di fatto, bastano 5­6 ore al giorno (ed anche meno) senza disponibilità di alimento in greppia per portare gli animali a situazioni di sottoalimentazione, generando poi seri problemi di fertilità.

È fondamentale cercare di mantenere la mandria in efficienza riproduttiva e in secondo luogo monitorare accuratamente i parametri indicatori dell’efficienza riproduttiva.

Tra questi: percentuale di vacche inseminate dopo il periodo di attesa volontario, percentuale di gravidanze sulle fecondazioni effettuate, giorni interparto e percentuale di aborti.

È estremamente consigliato  effettuare  anche un controllo globale della mandria attraverso un programma congiunto di lavoro.

Ovviamente questi consigli sono da tenere in considerazione ma non dimentichiamo che quando c’è  una cattiva gestione dell’allevamento in generale anche la produttività e la fertilità ne sono principalmente coinvolte.

Sono tre quindi i fattori da prendere in particolar modo in considerazione: ricerca di linee genetiche, grande attenzione alle cause patologiche  e attenta gestione della razione.

Unendo questi tre accorgimenti e cercando di gestirli nel migliore dei modi, sicuramente si avranno meno problemi di infertilità nei bovini e le nostre mucche quasi sicuramente potranno godere di un ottimo e soddisfacente livello di salute.

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Gestire l’infertilità nei bovini. Consigli e rimedi ultima modifica: 2017-07-10T16:58:43+00:00 da Nicole

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