Emergenza Xylella, stop alla coltivazione nelle zone infette

Una nuova audizione alla Camera dei deputati mette la parola fine alla coltivazione nei territori infetti dall’emergenza Xylella. Dal CNR, però, arriva una proposta alternativa: sostituire mandorli e ulivi con piante tropicali

ulivi puglia

La Xylella fastidiosa continua ad essere oggetto di studio e monitoraggio dai centri di ricerca e dal governo stesso. Nell’ultima audizione, la quarta, tenutasi alla Camera dei Deputati lo scorso 25 settembre, è emersa l’impossibilità di proseguire le coltivazioni di mandorlo e ulivo nelle aree riconosciute come infette.

Già da qualche settimana la Xylella è stata ufficialmente dichiarata non eradicabile: in poche parole, non può essere, al momento, definitivamente debellata.

Mancano, secondo i ricercatori del CNR, gli strumenti e le cure che possono eliminare definitivamente il batterio dalla terra salentina.

Ciò che si può fare, a questo punto, è imparare a convivere con il batterio, individuando delle cultivar che resistono tenacemente all’infestazione, come ad esempio il Leccino, e limitando la diffusione con le tecniche finora conosciute.

A tal proposito, la tecnica che fino a ora è risultata la più efficace, com’è stato sottolineato nell’audizione del 25 settembre, è la fresatura della cotica erbosa, in grado di arginare il movimento della cicalina sputacchina.

La fresatura risulta molto importante nelle zone di contenimento, per evitare il diffondersi della Xylella a nord della Puglia e ancora oltre.

Si è visto, infatti, come la Xylella non sia un problema solamente italiano: vari focolai stanno colpendo la Francia, la Spagna e la Grecia, poiché manca un ferreo controllo del legname importato che ne impedisca l’ingresso.

Appare quindi fondamentale spostare l’attenzione al problema in ambito europeo, per coordinare non solo le attività per debellare la Xylella, ma anche – e soprattutto – per prevenire il problema.

Emergenza Xylella: la proposta tropicale per sostituire le coltivazioni

avocado

Com’è noto, l’emergenza Xylella ha creato danni immani sulle coltivazioni e quindi sui guadagni del settore agricolo nel territorio pugliese.

Un’insolita proposta per riparare i danni economici e ripartire dallo stesso territorio arriva dal presidente della Società di ortoflorofrutticoltura italiana, Luigi Catalano.

In sede parlamentare, Catalano ha portato alla luce il problema economico legato all’emergenza Xylella e ha suggerito di cambiare coltivazioni andando incontro alle richieste dei consumatori, sempre più orientato verso una globalizzazione del mercato e interessato ai frutti tropicali.

Le alternative migliori in questo senso sono state individuate nei mango e negli avocado. Le coltivazioni tropicali sono già una realtà in Sicilia, dove da alcuni anni impegnano aree circoscritte con buoni risultati.

Scopri le zone delimitate per l’emergenza Xylella in puglia nel nostro articolo: “Emergenza Xylella Puglia: aggiornate le zone delimitate“.

 

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Emergenza Xylella, stop alla coltivazione nelle zone infette ultima modifica: 2018-09-30T08:30:52+00:00 da Simona Ruisi

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