Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura

frutta e verdura

Vedere germogliare fragole, lattuga e melograni all’interno dei sedimenti di un porto?

Non è fantasia ma pura realtà! È ciò che è accaduto nel porto di Livorno.

Esatto, avete capito bene. Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura. 

Questo particolare e singolare processo di nascita di ortaggi, nasce dai sedimenti dragati provocati appunto dalle macchine scavatrici nel grande porto ligure, centro di scambio e di approdo di barche e di lavorazioni industriali.

Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura

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Chi è stato l’ideatore?

A capo di questa “mission impossibile” come direbbero alcuni, c’è un progetto concreto e ambizioso chiamato “Hortised”, un progetto a scala europea.

Il progetto però ha le fondamenta del tutto nostrane. Di fatto, il tutto è coordinato dalla Dispaa, ovvero il dipartimento di scienze della produzione agroalimentare e dell’ambiente dell’Università degli studi di Firenze.

Ad alimentare le ricerche del gruppo, partecipano attivamente i ricercatori dell’Istituto per la ricerca di ecosistemi, denominati dall’acronimo Ise-Cnr. 

Troviamo anche un po’ di Spagna, simboleggiata dall’università di Elche, Miguel Hernandez.

Aiutano nelle ricerche prettamente sul campo due aziende vivaistiche private della provincia ligure.

In che cosa consiste il progetto “Hortised”?

Il progetto riesce a spiegare e a dimostrare a pieno come dal processo di drenaggio effettuato dalle macchine industriali nei corpi idrici, si possono ricavare e sfruttare dei prodotti utili alla coltivazioni del vivaismo e inoltre anche della frutticultura.   

Si sfrutta così un processo che dovrebbe essere svolto regolarmente, ovvero quello del dragaggio, per consentire appunto il libero accesso a tutte le imbarcazioni, per creare delle basi utili a questi settori dell’agricoltura.

Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura, com’è possibile?

A buttarsi a capofitto nella ricerca di procedimenti fissi sono stati i ricercatori dell’Istituto per la ricerca di Ecosistemi. Di fatto l’Ise-Cnr, ha posto la sua attenzione sui fanghi depositati e dragati del porto di Livorno.

Studiando con attenzione questi piccoli ecosistemi e trattandoli per 18 mesi grazie a sostanze del tutto organiche, si sono resi conto che questo substrato aveva caratteristiche simili a quelle di un normale suolo.

Questo piccolo pezzetto di terreno coltivabile quindi è stato oggetto di sperimentazioni per poter coltivare e produrre inizialmente piantine di fragole, lattuga e melograno.

I risultati ottenuti da questa sperimentazione a livello di produzione sono buoni.

Dopo aver individuato il processo da effettuare ci si è concentrati sulla produzione. Le aziende vivaistiche coinvolte nello studio hanno annunciato risultati che lasciano ben sperare.

Di fatto, le produzione che derivano da questi terricci possono essere tranquillamente paragonate a quelle di terricci del tutto commerciali. 

A raccontare nel dettaglio fino a dove sono arrivate le ricerche ad oggi, all’interno dell’uso dei sedimenti dragati è Grazia Masciandaro, ricercatrice all’interno dell’Ise/Cnr.

Ciò che espone Masciandaro è il fatto che ad oggi non sono state ancora individuate nel dettaglio metodologie valide al 100% all’uso di questi sedimenti derivati dal dragaggio.

Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura.

Qual’è la situazione attuale?

Ad oggi attualmente la quantità di sedimenti dragati in tutte le zone dell’Europa è strabiliante. Si parla di fatto, di circa 200 milioni di metri cubi all’anno. 

Tutta questa quantità potrebbe essere impiegata in agricoltura cercando però di cambiare le normative alla base, a livello auropeo in ambito vivaistico e più in generale agricolo.

Qual’è l’obbiettivo attualmente del progetto “Hortised”?

Ciò che vogliono dimostrare attualmente è che i sedimenti trattati e derivanti dal dragaggio sono utili a livello di fertilità e a livello di produttività agronomica.

Questi segmenti trattati sono inoltre sicuri a livello alimentare, su questo i ricercatori sono convinti, anche se mancano le prove scientifiche.

Per dimostrare la sicurezza alimentare di questi prodotti ci sono delle prove che appunto, devono essere effettuate, e non dimentichiamo che queste sono molto determinanti.

Si parla di fatto di indagini per scoprire che all’interno di questi ortaggi o frutti derivanti da questi ecosistemi non contengono contaminanti.

Per questo saranno effettuate delle prove scientifiche morfologiche e biochimiche.

Per ultimo ci saranno delle prove a livello sensoriale sui frutti e sugli ortaggi prodotte da queste coltivazioni.

Sentirsi quindi dire che dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura è del tutto realtà. 

Vi ricordate quando vi abbiamo parlato che dagli scarti di frutta e verdura si crea la plastica?

Questo è un altro modo per sfruttare le risorse e gli scarti di ortaggi.

Quali saranno le nuove scoperte?! Attendiamo aggiornamenti.

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Dagli scarti del porto di Livorno sboccia frutta e verdura ultima modifica: 2018-04-14T12:50:26+00:00 da Nicole

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