Come coltivare le melanzane: semina, esigenze ambientali e concimazione

come coltivare le melanzane

Ti piacerebbe creare una bella coltivazione di melanzane?

In questo articolo ti parliamo proprio di come coltivare le melanzane, come aumentarne la produzione e come rendere le tue melanzane più buone.

Mettiti comodo e vediamo insieme come coltivare le melanzane.

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Indice

Varietà principali

Prima di conoscere tutte le tecniche su come coltivare le melanzane, vediamo quali sono le varietà di melanzane più comuni.

Melanzane di forma rotondeggiante

Le cultivar più importanti sono:

  • Black beauty: hanno una maturazione media, grandi frutti di colore viola scuro, quasi nero. Si conservano molto bene.
  • Tonda violetta di Firenze: maturazione medio-precoce, frutti grandi schiacciati ai poli e colore violetto chiaro. Ibridi molto produttivi di questa cultivar sono il Purpura e il Nite king.
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Melanzana di Varietà “Tonda violetta di Firenze”

Melanzane di forma ovale

Le cultivar più importanti sono:

  • Bianca ovale: maturazione media, molto produttiva, melanzane di colore chiaro ma grandi circa come un uovo di gallina. Ibridi interessanti sono il Bonica, l’Ovale americana e il Rondona.

Melanzane a forma allungata

Le cultivar più importanti sono:

  • Lunga cannellina: maturazione molto precoce, frutti cilindrici e appuntiti di colore viola scuoro.
  • Riminese: a maturazione precoce, con frutti piuttosto lunghi e di diametro limitato, di colore viola molto scuro, quasi nero. Ibridi di interesse commerciale sono soprattutto il Race winner, il Sicilia e il Baluroi.

Esigenze ambientali

Per poter coltivare a modo la melanzana, bisogna approfittare di un clima temperato-caldo, essendo questa coltura originaria di India e Nord Africa. In Italia può essere coltivata senza protezione per tutta l’estate. Essa preferisce una posizione soleggiata, ma utilizzando opportuni accorgimenti è possibile coltivarla in tutta Italia, nelle zone di pianura. La coltivazione in ambiente protetto può essere avviata già alla fine dell’inverno.

Il suolo migliore per la melanzana è profondo, a composizione equilibrata, cioè di medio impasto, che contenga una limitata quantità di argilla. Non deve essere inoltre soggetto a ristagno idrico, ma al contrario deve essere caratterizzato da una buona permeabilità: l’acqua piovana deve infiltrarsi velocemente nel suolo perché la pianta soffre molto quando viene sommersa, anche se solo per poche ore. Il terreno più idoneo ha un pH compreso tra 5,5 e 6,5, quindi acido, ma la melanzana si adatta anche a terreni neutri.

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Anche la pacciamatura può aiutare le piante di melanzana a proteggersi dalla forte intensità luminosa estiva.

Preparazione del terreno

Durante l’autunno che precede l’inizio della coltivazione, è necessario cominciare a preparare il terreno destinato ad accogliere questo ortaggio effettuando una vangatura oppure una buona aratura. La profondità di lavorazione deve essere di circa 35 o 40 cm.

In seguito, si deve lavorare ripetutamente, con delle buone erpicature per sminuzzare le zolle. Questa operazione viene eseguita di solito in primavera, prima del trapianto, ma può essere anticipata in parte anche in autunno. Si deve comunque sempre effettuare quando il terreno non è troppo umido. Alla fine, la superficie deve essere pareggiata tramite una rullatura.

La semina

Per sapere bene come coltivare le melanzane, bisogna innanzitutto partire da una buona semina. La semina viene normalmente effettuata in ambiente protetto alla fine dell’inverno, di solito verso febbraio o marzo. Le melanzane, infatti, non tollerano il freddo. Inoltre, in questo modo si accelerano le prime fasi della crescita, così che si potranno ottenere raccolti precoci. L’ambiente ideale per la semina, non disponendo di una serra, è rappresentato da un cassone riscaldato, ricoperto da un vetro o da un telo di plastica, cioè da un letto caldo. La temperatura interna deve essere di 24-25 °C, comunque non inferiore a 20 °C finché le piantine non germinano.

La semina può essere effettuata in contenitori di polistirolo, detti seminiere. Questi hanno forma rettangolare e vengono poi ricoperte da una lastra di vetro. Quindi, quando le piantine avranno sviluppato tre o quattro foglie, occorrerà trasferirle in vasetti di torba del diametro di 7-8 cm. Tali vasetti si possono trovare anche in commercio già predisposti. Ognuno di essi dovrà ospitare una sola piantina. Questa operazione si chiama ripicchettatura.

Un’altra tecnica consiste nel seminare le melanzane in appositi cubetti di torba o terriccio, inseriti in un reticolo a maglie quadrate. Questi contenitori offrono il vantaggio di poter essere inseriti direttamente nel suolo, insieme alla piantina che contengono. Rispetto al metodo precedente, si elimina un’operazione intermedia cioè la ripicchettatura.

La semina delle melanzane viene effettuata in ambiente protetto, in particolari contenitori.

Il trapianto

Con il trapianto comincia la vera e propria lezione su come coltivare le melanzane. Il trapianto in pieno campo, infatti, deve essere eseguito quando non vi è più il pericolo di dannosi cali della temperatura. Questa, durante la notte, non deve mai scendere al di sotto degli 8 °C. Il periodo migliore per eseguire tale operazione va da metà aprile, nelle regioni meridionali, a metà giugno in quelle più settentrionali. In ogni caso, va effettuata 10-12 settimane dopo la semina. Se la pianta è stata coltivata in vasetti di torba, il trapianto risulta molto agevole e veloce. È sufficiente scavare alcune piccole buche, della profondità di 10-12 cm e inserirvi le piantine insieme al loro pane di terra.

Concimazione

Prima di eseguire l’aratura, cioè durante l’autunno che precede l’impianto, devono essere interrati 3-4 kg di sostanza organica ogni metro quadro, sotto forma di letame maturo oppure compost (ottimo è il letame di cavallo). Dopo la semina, nei contenitori descritti in precedenza, si deve innaffiare le piantine regolarmente con acqua alla quale sia stato aggiunto fertilizzante solubile, rispettando le dosi indicate sulla confezione.

In primavera, pochi giorni prima della semina in pieno campo o del trapianto, si deve fornire al terreno la parte rimanente delle sostanze nutritive necessarie, sotto forma di concime chimico. Per ottenere frutti particolarmente grandi, si può prevedere un’ulteriore quota di concimazione durante la loro crescita. A tal proposito potrebbero essere utili gli acidi umici mescolati nell’acqua di irrigazione.

Azoto (N): 3,7 g
Fosforo (P2O5) 2 g
Potassio (K2O): 3,7 g

Come coltivare le melanzane: i lavori da eseguire

Vediamo adesso, in modo preciso, come coltivare le melanzane. Dopo aver effettuato il trapianto, è opportuno eseguire le seguenti operazioni. Innanzitutto, bisogna effettuare una o più sarchiature, allo scopo di arieggiare lo strato superficiale del terreno e di eliminare le eventuali erbe infestanti.

Bisogna intervenire anche con qualche rincalzatura, che consiste nel raccogliere la terra alla base del fusto della pianta, in modo da proteggere il colletto, la parte più delicata, dalle scottature provocate dalla forte insolazione estiva e per impedire che l’acqua piovana (o quella somministrata con l’irrigazione) lo intacchino, causando lo sviluppo di marciumi.

Occorre inoltre eliminare i germogli che crescono all’ascella delle foglie, cioè nello spazio esistente tra il picciolo e il fusto, perché sottraggono parte delle sostanze nutritive ai frutti. Questa operazione viene chiamata scacchiatura e va ripetuta ogni volta che si riveli necessario.

Quando la piantina ha raggiunto un’altezza di circa 30 cm, deve essere eseguita anche una cimatura. Con questa tecnica agronomica si asportano gli apici vegetativi di ogni ramo, tagliandoli al di sopra della seconda foglia dopo il fiore. Per poter ottenere frutti abbastanza grandi non bisogna lasciare più di 2-3 fiori per ogni ramo e in totale al massimo 7-8 fiori per pianta. Questa operazione consente un maggiore sviluppo dei frutti, che crescono così anche più rapidamente poiché, asportando gli apici, si evita che questi sottraggono sostanze nutritive.

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Come coltivare le melanzane: semina, esigenze ambientali e concimazione ultima modifica: 2018-02-12T06:23:49+00:00 da Elia Valmori

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