Come coltivare i carciofi dalla semina alla raccolta

come coltivare i carciofi

Vuoi sapere come coltivare i carciofi? Di cosa hanno bisogno? Qual è la migliore tecnica colturale da adottare? Noi di Noi Siamo Agricoltura di spieghiamo tutto ciò che c’è da sapere su come si coltivano i carciofi.

Indice

La pianta di carciofo

Per sapere come coltivare i carciofi è bene conoscere questa pianta più da vicino. Il carciofo è una pianta originaria del Bacino Mediterraneo, zona in cui viene prevalentemente coltivato essendo poco conosciuto nel resto del mondo. L’Italia infatti ne è il maggior produttore.

Il carciofo viene coltivato per cibarsi delle sue infiorescenze, dette capolini, che si formano all’estremità del fusto. I capolini vengono raccolti quando non sono ancora maturi, in modo da utilizzarne la parte commestibile, detta cuore del carciofo.

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Esigenze ambientali

Il carciofo è una pianta adatta al clima mediterraneo, quindi vuole un’estate arida e un inverno mite e piovoso. Il suo periodo di vegetazione va dall’autunno alla primavera e l’arresto vegetativo ricade proprio nella calda e secca estate.

Le temperature ideali per la sua vegetazione vanno dai 14 ai 18 °C. Se la temperatura scende a 8 °C sotto zero, la pianta muore. Anche le gelate tardive sono pericolose, perché danneggiano i capolini.

Per quanto riguarda il terreno, il carciofo può essere piantato praticamente ovunque, sia in terreni sciolti, argillosi, subacidi o subalcalini, addirittura salini. La cosa fondamentale è che il terreno deve essere abbastanza profondo e non ci devono essere per alcun motivo ristagni d’acqua.

Varietà

Per sapere come coltivare i carciofi, è bene conoscere anche i vari tipi di carciofo presenti sul mercato. Essendo una pianta che si propaga per via vegetativa, cioè senza seme (come la patata o la curcuma), in ogni zona d’Italia dove viene coltivato si possono trovare popolazioni clonali che si sono adattate meglio alle condizioni di quella zona e sono più gradite ai loro consumatori.

I moltissimi tipi di carciofo che si possono trovare al mercato possono essere raggruppati in 4 gruppi principali:

  • Spinosi: in particolare lo Spinoso Sardo, Spinoso violetto di Liguria e lo Spinoso di Palermo. Hanno capolino di medie dimensioni, conico, spinoso a causa delle spine con le quali terminano le foglie interne (brattee).
  • Catanesi: in particolare il Catanese, il Siracusano, il Masedu, il Violetto di Catania, il Violetto d’Algeria e il Violetto di Provenza. È una pianta molto precoce e il capolino, di medie dimensioni, è cilindrico.
  • Violetti: in particolare il Violetto di Toscana, il Violetto di Maremma, il Violetto di Pesaro, il Violetto di San Luca, il Precoce Violetto di Chioggia, il Moretto e la varietà di Terom. Hanno capolino di forma ellissoidale e abbastanza grande.
  • Romaneschi: in particolare il Romanesco, il Campagnano, il Mazzaferrata, il Castellamare, il Grosso orvientano e il Camuso di Bretagna (straniero).

Gli Spinosi e i Catanesi vengono definiti “rifiorenti” perché in estati piovose o con intense irrigazioni possono rivegetare le ceppaie formando dei germogli che entrano subito in produzione e danno il prodotto, molto pregiato, in autunno-inverno.

Come coltivare i carciofi

Ecco una guida completa per coltivare i carciofi dalla preparazione del terreno alla raccolta.

Preparazione del terreno

Per quanto riguarda la concimazione, la cosa migliore sarebbe distribuire del letame equino o bovino. In mancanza di questi, si può concimare con concimi fosfatici e potassici. La quantità di questi varia da 80 Kg a ettaro, nel caso di carciofaie brevi, fino a 250 Kg a ettaro, nel caso di carciofaie a lunga durata.

Il terreno per l’impianto si prepara in estate con un’aratura profonda, circa 50 cm o addirittura 70 cm. È importante, nel caso di terreni che tendono a ristagnare l’acqua, che si facciano lavori di sgrondamento.

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Impianto

L’impianto può essere fatto con diversi metodi a seconda dell’ambiente, del tipo di coltura e della tecnica colturale che si intende eseguire. L’impianto può essere fatto con diverso tipo di materiale di propagazione:

  • Carducci: sono i polloni che si formano in autunno sulle ceppaie. Vengono prelevati da una carciofaia già in produzione (mi raccomando, staccateli con delicatezza!) quando hanno solo 4-5 foglie e qualche radice. Questo tipo di impianto è il più comune in Italia.
  • Ovoli: sono rami, quiescenti e ingrossati, che hanno le gemme. Vengono prelevati in estate su piante in riposo, da luglio ad agosto. Questa tecnica è praticata soprattutto al Sud Italia.

Per quanto riguarda la densità di impianto, quella più usata va dalle 7.000 alle 10.000 piante a ettaro, con i sesti di impianto tradizionali: 1,2 x 1,2 m e 1 x 1 m. Sesti più fitti si utilizzano nel caso si vogliano creare piante più piccole.

Quando coltivare i carciofi

Il periodo del trapianto, come abbiamo in parte già detto, varia a seconda della zona d’Italia.

Al Centro-Nord, dove soprattutto si usano i carducci, va dall’autunno alla primavera e la carciofaia entra in piena produzione solo nella primavera successiva.

Al Sud e nelle isole, l’impianto viene fatto in estate, in luglio e agosto. Viene fatto con gli ovoli e questo assicura una produzione autunno-invernale fin dallo stesso anno.

Irrigazione dei carciofi

L’irrigazione è un aspetto essenziale nella coltivazione dei carciofi, in quanto queste piante richiedono un’adeguata quantità di acqua per svilupparsi correttamente. È consigliabile fornire regolarmente l’acqua durante tutto il ciclo di crescita, soprattutto durante i periodi di siccità o temperature elevate.

Ricorda però che è importante evitare un’eccessiva irrigazione che potrebbe causare marciume radicale. Per ottenere i migliori risultati, è preferibile utilizzare un sistema di irrigazione a goccia o a spruzzo per garantire una distribuzione uniforme dell’acqua alle radici dei carciofi.

Malattie e parassiti

Come molte altre piante, i carciofi possono essere suscettibili a diverse malattie e parassiti. Tra le malattie più comuni si trovano la ruggine del carciofo e il marciume della corona. È importante monitorare attentamente le piante per individuare tempestivamente eventuali segni di malattia o infestazione di parassiti.

L’applicazione di fungicidi o pesticidi specifici può essere necessaria per controllare questi problemi. Una buona pratica di cura delle piante di carciofo comprende anche la pulizia regolare delle parti morte o danneggiate e la somministrazione di fertilizzanti bilanciati per garantire una crescita sana e vigorosa.

Quando si raccolgono i carciofi

La raccolta dei carciofi richiede attenzione e precisione per ottenere i migliori risultati. Solitamente, i carciofi sono pronti per essere raccolti quando le loro infiorescenze raggiungono una dimensione adeguata e sono ancora compatti. Si consiglia di raccogliere i carciofi in estate o all’inizio dell’autunno, quando raggiungono una dimensione di circa 7-10 centimetri di diametro.

Per evitare danni alla pianta madre, è importante utilizzare un coltello affilato per tagliare il carciofo, lasciando un piccolo pezzo di gambo. I carciofi raccolti devono essere conservati in un luogo fresco e umido per preservarne la freschezza e il sapore.

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Come coltivare i carciofi dalla semina alla raccolta ultima modifica: 2017-10-24T18:19:30+00:00 da Elia Valmori

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