Artemisia absinthium: come coltivare la pianta dell’assenzio

assenzio

Artemisia absinthium (Artemisia absinthium, L. 1753) è l’affascinante nome di una pianta erbacea che costituisce l’ingrediente principale di due dei liquori più bevuti al mondo: l’assenzio e il vermut.

Proprio per la preparazione dell’assenzio viene comunemente chiamata Assenzio maggiore, nome con cui è maggiormente conosciuta.

Il suo nome originario sembra essere legato a due storiche figure femminili: alcuni lo attribuiscono ad Artemisia di Caria, una regina dell’antica Grecia; altri lo collegano ad Artemide, dea della guerra.

Tutt’oggi la pianta è impiegata per usi medicinali, date le innumerevoli proprietà benefiche conosciute fin dall’antichità.

Scopriamo di più sull’Artemisia absinthium e sui suoi usi.

Indice

Artemisia absinthium: proprietà botaniche

come coltivare assenzio

L’Artemisia absinthium è una pianta erbacea perenne di colore verde con sfumature argento.

Si sviluppa spontaneamente in Europa, nel Nord America e in Asia, raggiungendo la massima di altezza di un metro circa.

Le radici sono costituite da un rizoma carnoso, da cui si sviluppano fusti semi-legnosi e ramificati nella parte superiore.

Le foglie hanno forma differente a seconda della posizione: quelle radicali sono picciolate, con incisioni profonde verso l’apice; le foglie cauline sono più piccole, di colore verde, con una peluria che conferisce un tono argenteo.

Le foglie hanno un odore molto forte e caratteristico della pianta, con un sapore pungente e amaro.

Le infiorescenze sono costituite da grappoli unilaterali con capolini globurali, a portamento pendulo, di color oro.

I fiori sono attinomorfi, ossia composti da più piani di simmetria. La corolla è composta da 5 petali a forma di lacinie, saldati a tubo nella parte inferiore.

La fioritura avviene tra agosto e settembre.

Il frutto è un achenio privo di peli con forma leggermente schiacciata.

Artemisia absinthium: come coltivarla

pianta artemisia gialla

Terreno

L’assenzio maggiore cresce spontaneamente in zone asciutte, con un terreno ricco, asciutto, ben drenato per scongiurare il pericolo del ristagno idrico e calcareo.

Il pH ideale è prevalentemente neutro, pur tollerando bene sia suoli leggermente acidi o leggermente alcalini.

Assolutamente da evitare terreni argillosi, più predisposti a trattenere acqua e quindi ai ristagni idrici, e i suoli compatti.

Clima ed esposizione

L’artemisia cresce naturalmente in luoghi soleggiati, quindi, anche in caso di coltivazione in orto o in vaso, è bene posizionare la pianta nei punti di maggiore esposizione solare.

La pianta resiste anche in condizioni climatiche avverse, con temperature basse. In autunno decadono le foglie, ma il rizoma resta vivo sottoterra per tornare a produrre fusti l’anno successivo.

Irrigazione

La pianta di assenzio maggiore necessita di terreno umido specialmente nella fase di crescita.

Quando la pianta diventa adulta si può continuare ad annaffiare solo in caso di siccità prolungata, altrimenti le normali piogge sono sufficienti per mantenere il terreno irrigato.

Concimazione

La pianta non necessita di particolare concimazione. Nella stagione autunnale si può fornire del concime granulare contenente fosforo e potassio per nutrire il rizoma prima dell’inverno.

Messa a dimora e moltiplicazione

La pianta si propaga per seme o per divisione del rizoma.

La semina si effettua solitamente in semenzaio, e quando le piantine raggiungono l’altezza di circa 10 centimetri vengono spostate in piena terra.

Ogni solco deve raggiungere la profondità di 2-3 cm; tra i solchi in cui seminare la pianta vanno lasciati circa 80 cm di distanza.

Con la divisione del rizoma si procede invece in autunno. Il rizoma va diviso in sezioni che abbiano sempre una radice, utilizzando strumenti disinfettati.

Raccolta

La raccolta dell’assenzio viene effettuata nei mesi di agosto e settembre. Vengono recisi i fusti, poi raccolti in mazzetti e lasciati essiccare capovolti in luogo asciutto e riparato dal sole.

Malattie artemisia absinthium

proprietà assenzio

La pianta dell’assenzio subisce raramente l’attacco dei parassiti; tra questi, gli unici che potrebbero infestarla sono gli afidi neri.

E’ invece soggetta a marciume radicale, in caso di ristagno idrico, e al mal bianco in caso di clima troppo umido.

Artemisia absinthium: proprietà officinali

Della pianta dell’assenzio vengono utilizzate le foglie e i fiori, da raccogliere alla fine dell’estate in concomitanza con il momento della fioritura.

Gli impieghi medicali dell’assenzio sono tantissimi. E’ una pianta ricca di proprietà benefiche, ed è per questo spesso scelta nella composizione di farmaci e integratori.

Ecco una lista degli impieghi più diffusi:

  • favorisce la secrezione biliare;
  • favorisce l’eliminazione dei vermi intestinali;
  • facilita la digestione;
  • agisce sulla temperatura, abbassandola in caso di febbre;
  • rilassa il sistema nervoso e svolge azione antispasmica;
  • svolge un’azione antinfiammatoria generale.

La pianta viene inoltre impiegata come antiparassitario sia contro pulci e tarme, utilizzando i germogli, che contro i topi e le lumache da giardino.

Quando l’assenzio diventa tossico?

Nel XIX secolo il liquore di assenzio veniva utilizzato al pari di una droga con effetti miorilassanti e allucinogeni. Per questo, per un certo periodo, la sua produzione venne completamente bandita.

In verità, durante studi più recenti, si è evidenziato come non fosse l’assenzio stesso il responsabile di tali effetti collaterali, quanto uno specifico componente, il tujone, che assunto in certe quantità è correlato direttamente a queste conseguenze.

Ovviamente, l’abuso del liquore di assenzio o di olio essenziale contenente tujone porterebbe comunque ad un sovradosaggio, quindi al ripresentarsi degli effetti collaterali.

 

Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!

SEGNALA ARTICOLO


Artemisia absinthium: come coltivare la pianta dell’assenzio ultima modifica: 2019-01-28T08:15:56+00:00 da Simona Ruisi

Articoli correlati